GIORNALISTA
Anche se lavoro da sempre in Tv mi piace plasmare le parole sulla carta. Raccontare è il mio mestiere, ma anche la mia passione.
I libri. Ne ho tanti. Anche doppioni. Non li presto. Sono pezzi di vita. Il mio preferito, “Gita al Faro”. Virginia Woolf la “mia” scrittrice. Nasco anglista. Finisco giornalista. Dal 2008, affastello pensieri, riflessioni, recensioni e ricordi sul mio sito. Prende il nome da un mio saggio, ma - col tempo - è diventato molto altro.
Tra cronaca e poesia, trionfa il Teatro. Tutto. Indistintamente.
La musica…beh. Amo Claudio Baglioni! E qui so che il maestro De Giorgi riderà!
Nelle pause: viaggio! Vado alla scoperta del mondo. Ma soprattutto di me stessa!
È meraviglia, stupore, gioia, partecipazione e tentativo affannoso di ricostruire ciò che è stato decostruito.
È il teatro post moderno, nato a metà del ‘900, per dimostrare che non esiste una verità unica e definitiva, un unico racconto lineare, una narrazione causa-effetto. Esistono le verità individuali, che sia l’attore, sia lo spettatore costruiscono e comprendono, ponendosi domande, cercando risposte, che spesso non esistono.
Il colore in fondo non esiste. È la nostra percezione della luce, che si riflette, in determinate forme, sugli oggetti. Eppure domina la realtà, si insinua nella nostra mente, si associa ad emozioni, paure, sentimenti.
Michele Miglionico
Il tempo può cristallizzarsi in un abito? Qual è l’istante che viene fermato in una fattura artigianale, in cui una cultura antica si mostra in un oggetto funzionale, moderno e chic?
“We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep”
(The Tempest, Act IV, scene 1)
“Siamo fatti della stessa materia dei sogni, e la nostra breve vita è avvolta nel sonno”
(La Tempesta, Atto IV, scena 1)
Il sogno in letteratura mi fa pensare immediatamente a questa frase, che Prospero, protagonista de “La Tempesta” di Shakespeare, pronuncia nella prima scena del quarto atto della commedia della maturità. L’ultima, scritta nel 1611. L’opera del commiato del Bardo dal suo pubblico, riassuntiva della sua poetica e della sua visione della vita. Prospero, demiurgo di tutta la vicenda, è lo stesso Shakespeare, autore, attore e regista di ciò che avviene sul palco, come sull’Isola de “La tempesta”.
L’idea di una scena teatrale incorniciata sul set di un palcoscenico, che assomigli ad un quadro, è piuttosto recente. Risale al melodramma Settecentesco, alla commedia Goldoniana e al Teatro romantico borghese dell’800.