Apr 27, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023
Eva Bonitatibus

Eva Bonitatibus

Giornalista pubblicista

I libri sono la mia perdizione. Amo ascoltare le storie e amo scriverle. Ma il mio sguardo curioso si rivolge ovunque, purché attinga bellezza e raffinatezza.

La musica è il mio alveo, l’arte la mia prospettiva, la danza il mio riferimento. Inguaribile sognatrice, penso ancora che arriverà un domani…

COME ALI DI GABBIANO

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L’odore della pioggia era ovunque. Fuori e dentro casa. Lo vedevi da dietro i vetri salire su verso il cielo e lo sentivi adagiarsi sulla pelle ormai umida. Al mare è così. Quando piove avverti le sue particelle umide dappertutto, anche d’estate. E il profumo di bagnato penetra le narici fino a farle bruciare.

Quel giorno era cominciato bene, il sole riscaldava già l’alba lasciando presagire il caldo torrido che sarebbe esploso di lì a poco. Un’aria indolente si abbatté su tutti nelle ore successive, rallentando gesti e azioni. Persino i bambini erano svogliati. Il mare accennava qualche onda, anche lui appiattito dalla calura. La mattinata si lasciò fluire così, senza emozioni, solo qualche gelato e un pò di movimento. Quel tanto che bastava per raggiungere la battigia e farsi inghiottire lentamente dall’acqua.

Un acquazzone improvviso scrosciò sul mare cogliendo alla sprovvista la folla che popolava la spiaggia. In un lampo tutto ammutolì. Gli ombrelloni e le sdraio rimanevano l’ultimo baluardo di un’umanità che fino a pochi istanti prima aveva colorato il paesaggio.

Lo spettacolo del mare bagnato dalla pioggia è uno dei più belli.

Ferma davanti al balcone aperto osservavo il mutare del colore del mare che sembrava assecondare la forza del temporale. Era sparita anche la leggera increspatura sotto gli schiaffi dell’acqua che scendevano vigorosi dal cielo cupo. Entrò nella stanza una folata di aria fresca, l’avevo desiderata tutto il giorno, e alcuni schizzi di pioggia mi bagnarono. Non mi scansai, la sensazione fu piacevole, e lasciai che le piccole gocce d’acqua scivolassero lentamente sul mio viso. 

Ero seduta sulla sabbia con lo sguardo rivolto all’orizzonte. Accanto a me il mio piccolo bambino nella stessa posizione. A noi piaceva stare così. In silenzio ad ascoltare il mare. Lo sguardo perso nell’azzurro del mare e del cielo, i pensieri che vagavano a briglie sciolte, liberi di volare sulle onde e andare lontano. Ogni tanto un gabbiano sorvolava le nostre teste e planava leggero pochi metri più in là. Erano bellissimi, bianchi e sinuosi. In un attimo erano già in volo, alla ricerca di chissà cosa.

Dove vanno, mamma?

Mi chiese Lorenzo rompendo il silenzio con la sua vocina squillante.

Da nessuna parte, tesoro. Giocano a rincorrersi, ma restano qui, sempre. Questa è la loro casa.

Si alzò in piedi e cominciò ad inseguire un gabbiano che aveva appena toccato terra. Aprì le sue piccole braccia e prese a correre lungo la spiaggia. I suoi piedini lasciavano orme sul bagnasciuga che le onde del mare cancellavano subito dopo.

Dai mamma, vieni anche tu!

Mi alzai senza farmelo ripetere e imitando il mio bambino cominciai a volare anche io. Corremmo lungo la spiaggia a perdifiato, spiccammo il volo e dopo un po’ ci ritrovammo a dorso di un gabbiano. Salimmo verso il cielo, oltrepassammo la linea dell’orizzonte e ci ritrovammo in un luogo mai visto. Fiori colorati ci accolsero con il loro profumo e un suono dolce riempiva lo spazio. Un grande senso di pace aleggiava dappertutto, e un fascio di luce si apriva come un ampio sorriso verso di noi. 

Dove siamo mamma?

Nel luogo dei nostri pensieri.

Quelli che facciamo quando guardiamo il mare?

Si, proprio quelli.

Che belli mamma!

Tu quale hai fatto?

Quello dei fiori colorati. Vedi come sono belli? Sono tutti diversi, ognuno ha una forma, chi ha il gambo più lungo e chi più corto, chi ha i petali che protendono verso l’alto chi verso il basso. Tutti formano una distesa colorata e si uniscono laddove rimane uno spazio bianco. Mi fanno allegria ed io mi tufferei in mezzo a loro. E qual è il tuo pensiero?

Quello lì in fondo, lo vedi? Quella distesa azzurrina, la calma, la ricerca della tranquillità. Hai presente quando i funamboli camminano su un filo sospeso? Ecco, io mi sento come quegli uomini lì che si muovono lentamente, un piede davanti all’altro, gambe flesse e schiena dritta, per cercare di non cadere nel vuoto. Guardare il mare mi restituisce questo: un senso di pace che nessun altro posto mi offre. Mi ci cullerei in questo luogo di serenità. Prenderei i tuoi fiori e farei un grande cuscino su cui affondare la mia testa pesante. Mi addormenterei lasciandomi sopraffare dal loro profumo intenso.     

Lorenzo mi strinse la mano e ci avviammo verso il fascio di luce che ci invitava ad entrare. La luce ci abbagliava e non riuscivamo a vedere cosa ci fosse oltre quel sorriso. Continuammo a camminare e notammo una presenza accanto a noi. Era il gabbiano che ci aveva condotto in quel luogo sconosciuto. Ci guardò e ci invitò a proseguire accanto a lui, ora non volava più, camminava come noi sulle sue lunghe zampe. Ci inoltrammo in questo luogo affascinante, una dolce melodia ci accolse e non senza sorpresa vedemmo altre figure muoversi a ritmo di musica. Danzavano abbracciati un valzer delicato, eseguito al pianoforte da un musicista in bianco e nero seduto al centro della luce. Tutti gli roteavano intorno e volteggiavano felici. Erano figure senza contorni di cui potevo però distinguere i loro sorrisi beati. La musica cominciò ad accelerare e le coppie a muoversi più velocemente, il ritmo incalzava e le gambe diventarono frenetiche e anche le dita del pianista presero a rincorrersi su e giù sulla tastiera senza sosta. Fu un vortice. Le dita. Le gambe. Le note. Le dita le gambe le note. Leditalegambelenote. Leditalegambelenoteleditalegambelenote.

inedito 2Un lampo improvviso ruppe l’incanto. L’immagine dei ballerini e del pianista si fece in mille pezzi che schizzarono nel cielo e finirono nel mare illuminandolo. Un’onda lunga prodotta dal boato giunse fino a riva bagnando i nostri piedi mentre assorti contemplavano il mare e l’orizzonte. Perduti nei nostri pensieri che ripresero a volare come ali di gabbiano.

 

Eva Bonitatibus  

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Il parlar leggero

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Ricominciamo con entusiasmo il nostro cammino dopo la breve pausa estiva. Torniamo ricchi di nuove esperienze, di nuovi sguardi posati su luoghi sconosciuti, di nuovi ascolti di parole e note. Complici le calde sere d’estate, abbiamo goduto dei tanti eventi culturali organizzati in giro per le piazze di città più o meno grandi, o più o meno piccole, e abbiamo respirato a pieni polmoni quell’aria salmastra che tanto bene ha fatto al nostro pensiero. Pensiero che ha cominciato a volare, libero e leggero, tra le volte del cielo ora turchino ora tempestato di stelle, seguendo un’astrazione pregna di immagini e di significati.

Siamo andati lontano, ma poi siamo tornati. E in questo viaggio ci sono tornate alla mente le parole di Italo Calvino, il narratore tra i più importanti del secondo Novecento italiano autore di autentiche opere letterarie. Il 19 settembre ricorrono i trent’anni della morte e ricordare il suo pensiero in questo particolare momento è fondamentale. Perché Calvino seppe attraverso la letteratura individuare quei valori necessari alla vita di ciascuno, non solo alla letteratura. Calvino ci ha consegnato un testamento letterario contenuto nelle sue Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio pubblicate postume e che oggi assumono maggior pregio.

editoriale 2I valori cui si riferisce sono quello della leggerezza, la prima delle sue “Lezioni americane”, ossia la capacità di alleggerire i racconti nella struttura e nel linguaggio contro la necessità di rappresentare la realtà con tutta la sua pesantezza. Un valore da acquisire. Come quello di dare un ritmo alla narrazione, la rapidità non nel senso della velocità bensì della capacità di dare respiro ad un racconto. Agilità, mobilità, disinvoltura: qualità indispensabili per una scrittura pronta alle divagazioni, ai rallentamenti, agli smarrimenti per poi il ritrovamento del filo del pensiero. Essere precisi sin dall’idea di ciò che si vuol scrivere, tendere all’esattezza del progetto e del linguaggio. E poi riuscire a “pensare per immagini”, ossia il potere di mettere a fuoco visioni ad occhi chiusi. La visibilità di un racconto, l’inafferrabilità dell’immaginazione visiva.

L’ultima lezione non riuscì a scriverla ma solo a programmarla perché scomparve prima che potesse terminare il suo lavoro. Il ciclo delle sei lezioni che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard, in America, non le tenne mai perché fu colpito da un ictus che lo portò alla morte nel 1985.

Noi di Gocce d’autore invitiamo i nostri lettori a rileggere le sue opere perché ci aprono le porte verso una conoscenza diversa dello strumento “parola” e ad una lettura seria dell’umanità.  Grazie a lui le nostre radici sembrano allungarsi verso una immensa profondità, senza perdere di vista quell’orizzonte che si apre in fondo al nostro sguardo. Una finestra sempre aperta attraverso cui assistere allo spettacolo del fluire di tanta umanità con bagagli pieni di storie da raccontare.

Eva Bonitatibus

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“Si legge ancora troppo poco e soprattutto si è troppo distratti”. Non è una massima di questi giorni, ma la riflessione espressa da Antonio Candela, dinamico editore lucano, parlando di libri e soprattutto della sua casa editrice. Universosud, la giovanissima realtà imprenditoriale che ha sede a Potenza, si caratterizza per vivacità e freschezza, soprattutto quella dei suoi giovani dipendenti, tutti di età compresa tra i 22 ai 35 anni. La passione per la terra d’origine, la Basilicata, e la voglia di contribuire alla crescita economica culturale e sociale del territorio, sono gli obiettivi dell’azienda che opera scelte editoriali oculate. Ma che soprattutto lancia una sfida al resto del paese: anche al Sud si può. Vediamo come nell’intervista che ci ha rilasciato Candela, presidente del Cda Universosud società cooperativa.

Quando e come nasce la casa editrice Universosud?

La casa editrice nasce nella primavera del 2014. Il come è un po’ più complicato da dire. Diciamo che come azienda sentivamo l'esigenza di spendere e dedicare tempo ad un progetto culturale ancorché economico, che potesse contribuire e dare la possibilità a talenti del nostro territorio di potersi esprimere.

Quali sono le sue linee editoriali?

Le linee editoriali sono semplici: scovare talenti e dargli una possibilità, a prescindere dal tema.

Quali sono i rapporti con gli scrittori?

Il rapporto con i nostri scrittori e con chiunque scelga noi nel sottoporci un proprio lavoro è umano ancor prima che professionale. Cerchiamo di parlare molto e spesso con gli autori, per capire la voglia, l'energia, la passione e soprattutto l'aspettativa sul proprio progetto. Senza di esse è difficile costruire un percorso comune.

E con le librerie? Quale distribuzione è assicurata?

Credo abbastanza buono. A Potenza tutte le librerie hanno accettato e sostenuto i nostri progetti editoriali. E lo stesso vale per le molte librerie sparse sul territorio nazionale che di tanto in tanto ci chiedono di acquistare libri editati per i propri clienti. Diversa è la distribuzione: siamo presenti sia a Potenza che a Matera, nelle librerie e nelle nostre sedi, ma abbiamo scelto di non affidarci ai distributori i quali, spesso, fanno la fortuna e sfortuna di un testo. Nell'era della tecnologia, ognuno può raccogliere o leggere libri e se ne ha voglia comprarne. Tutto sta nel come si promuove un libro. I nostri libri sono acquistabili da tutti sul nostro e-commerce editriceuniversosud.it, pertanto chi vuole può in 48 ore ricevere il libro senza costi aggiuntivi sulla copertina.

dialogare 2Lettura digitale e lettura tradizionale come si coniugano?

Il digitale ha avuto un’evoluzione esponenziale anche se oggi frenano sia le vendite che la diffusione. Vero: in un piccolo supporto si posso portare migliaia di testi e questo lo rende molto pratico e comodo, ma credo che un libro vada prima ancora che letto, toccato, odorato, siamo legati all'aspetto romantico della carte e del libro. Credo che il digitale sia uno strumento pratico e da utilizzare, magari per avere delle anteprima sul testo  o leggerne i primi capitoli per capirne il contenuto, ma la carta rimane la carta.

Una giovane casa editrice quali prospettive ha nei confronti del mercato editoriale nazionale ed internazionale?

Beh, ancora troppo presto per dirlo, troppa poca l'esperienza per immaginare prospettive a livello nazionale o internazionale. A noi basta fare buoni libri, dare spazio a talenti per costruire un’opportunità e questo ci basta. Abbiamo molto da imparare e da apprendere, per cui testa bassa e vediamo cosa succede. Una cosa va detta però: tocca a tutti noi sostenere con l'acquisto o la presenza, sostenere i talenti del nostro territorio e del nostro paese. Si legge ancora troppo poco e soprattutto si è troppo distratti. Per avere coraggio bisogna darne coraggio.

Quali sono i progetti nell'immediato futuro?

Per il futuro in questo momento abbiamo 15 opere in valutazione di cui 2 progetti molto importanti: uno riguarda il libro di "53" di Beatrice Viggiani e Vito Riviello ristampato dialog 3 quest'anno dopo 53 anni e che sta ottenendo numerosi risultati e sul quale ci sarà nell'autunno un evento dedicato. Il secondo vedrà la luce nella primavera del 2016 e tratterà dei riti arborei in Basilicata. Nei prossimi 2 mesi programmeremo molto del prossimo anno. Quello che posso garantire e che ci saranno tante novità per il prossimo anno.

La più grande sfida?

Riuscire a produrre buoni libri e dare un opportunità ai tanti talenti che il nostro territorio ha. Questa è la sfida, dare fiducia e costruire processi di cambiamento sociale e culturale del territorio. Se riusciamo nella metà delle cose dette fin ad ora, certamente ci possiamo sentire e ritenere ampiamente soddisfatti.

Eva Bonitatibus

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“Infelice è colui che non consegue il Bello, il solo Bello. [...] Ciascuno diventi bello e simile al Dio se intende contemplare e Dio e il Bello”. (Enneadi, I, 4, 1-5 di Plotino)

Fuggiamo dunque verso la nostra amata Patria. E’ il consiglio più franco di Plotino, filosofo greco antico, di sorprendente attualità e freschezza. Rileggendo i suoi scritti contenuti nell’opera delle Enneadi si riscopre il concetto di bellezza e di unicità tra essere e pensiero. Un patrimonio intellettuale che oggi serve più che mai a guardare con occhi diversi la bellezza che ci circonda e a valutare con cosciente osservazione il tesoro custodito nel nostro Paese.

Bellezze che si scoprono un po’ alla volta, attraverso i viaggi alla volta di luoghi sconosciuti eppure ricchi delle tracce del passato e del presente. Ad accorgersi della loro presenza è la nuova “visione” che decide di avere il viandante perché “l'insegnamento giunge solo a indicare la via e il viaggio; ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere.” (Enneadi, VI, 9, 4). Una visione utile a ristabilire cosa corrisponda al bello e cosa non e soprattutto a creare il collegamento tra opera d'arte e regno delle idee.

Un concetto peraltro già proposto da Platone, e che permette all'artista di attingere da una forma ideale del bello non esistente nel mondo reale, ma soltanto in quello delle idee. Una ricerca incessante che conduce l’animo umano ad indagare tra i dipinti, le architetture, le forme di governo, le sculture, le strategie, i modelli matematici e a saperne individuare l’idea ispiratrice dell’artista.

Un'idea dunque attinta da una visione interiore del bello. E’ questo l’invito che voglio rivolgere ai nostri lettori, a quanti sfogliano le nostre pagine virtuali, affinchè si lascino sopraffare dal desiderio di affondare nella bellezza che è dappertutto. Basta saperla cercare.

Buona estate e buoni viaggi estatici!

Eva Bonitatibus

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Una libreria, una città e una donna. Sono questi i protagonisti del nuovo romanzo di Luca Bianchini, Dimmi che credi al destino, Mondadori editore, le cui sorti si intrecciano inesorabilmente fino a formare un unico groviglio. Un fitto intreccio di storie personali complesse e irrisolte, che tornano a bussare alle porte dei personaggi che movimentano le pagine di questo libro. La vicenda fa riferimento ad una storia vera, l’Italian Bookshop in Cecil Court a Londra gestita dall’italianissima Ornella Tarantola, una donna “rifugiata” nella capitale britannica che adotta soluzioni di ogni tipo pur di scongiurare la chiusura della libreria.

Il libro nasce con l’obiettivo di raccontare la storia di una paventata distruzione, ovviamente romanzata dall’autore, affinché la libreria italiana continui a vivere nel palazzo londinese che purtroppo sarà abbattuto. E’ lo stesso Luca Bianchini ad appellarsi, in appendice, a tutti i suoi lettori perché sostengano questo “posto speciale” raccontando la vita di una donna “fuori dal comune”. Ebbene la storia risente della verve dell’autore, è effervescente, dinamica, ricca di siparietti divertenti in cui si confrontano la “cazzimma” tutta italiana e l’austerità tutta inglese. Ma soprattutto c’è una grande verità nelle parole di Bianchini, la ricerca di una serenità che nessun luogo può assicurare finchè non si crea spazio all’interno della propria anima. Ed è proprio questo il filo conduttore della storia, il filo di Arianna che si svolge nei labirinti reconditi di tutti i personaggi del libro. Ognuno fugge da qualcosa e cerca riparo in una città straniera dove nessuno possa conoscere i propri trascorsi. scri dimmi2

Ma tutti, prima o poi, sono chiamati a confrontarsi con quanto ci si è lasciato alle proprie spalle. E per fortuna Ornella riesce a farlo grazie alle persone di cui si circonda e che le manifestano tutto il proprio sentimento di amicizia e amore. A partire dall’amica Patti che da Milano corre a Londra per fare la crocerossina, anche a se stessa, per giungere a Mr George, l’anziano signore conosciuto al parco che emana tranquillità ed equilibrio. E poi il napoletano Diego, anche lui alle prese con le sue pulsioni amorose e la british Clara che condivide con Ornella lo spazio della libreria. A Bernard, il vicino di casa, è affidato l’ultimo colpo di scena.

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E’ insomma una commedia romantica, una favola a lieto fine, in cui le burrasche della vita sembrano trovare pace e confluire verso un'unica strada che è poi quella di tutti i personaggi. “Non c’è scadenza nella vita, finché hai le forze!”

Eva Bonitatibus

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