Apr 26, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Tutti i numeri del 2016

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unnamed Un 2016 ancora record per i musei statali italiani, che con 44,5 milioni di visitatori e incassi per oltre 172 mln di euro registrano un incremento rispettivamente del 4% e del 12% rispetto al 2015, pari a 1,2 mln di visitatori in più e a 18,5 mln di euro di incassi in più .

Lo annuncia il ministro della cultura Dario Franceschini, che sottolinea il buon risultato della sua riforma: "6 mln in più in un triennio, che rappresentano un incremento del 15% e hanno portato ad un aumento degli incassi pari a 45mln".

Queste risorse preziose- assicura il ministro Franceschini, torneranno interamente ai musei secondo un sistema che premia le migliori gestioni e al contempo garantisce le piccole realtà. I luoghi della cultura statali presenti in Basilicata, invece, segnano una  lieve diminuzione passando da 256.770 visitatori del 2015 ai 235.672 visitatori del 2016. Tra i primi per visitatori si conferma, come per il 2015, il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino” con 34.606 visitatori (39.920  nel 2015), seguito dal Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Matera che ha registrato 26.295 visitatori (34.859 nel 2015). A seguire il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto a Bernalda con 25.334 (in aumento rispetto ai 21.855 visitatori del 2015), il Museo Ridola di Matera con 17.670 e il Museo  Nazionale della Siritide a Policoro con 15.438 (erano 14.498 i visitatori del 2015). E sempre per dati statistici ufficiali il Museo Adamesteanu di Potenza ha registrato 6.547 visitatori, quello di Muro Lucano che chiude la “classifica di appeal” 2.963 visitatori; decisamente meglio a Venosa con 13.787 e Grumentum con 7.131.  Dall’analisi del Centro Studi Turistici Thalia, il numero complessivo dei visitatori nei 17 luoghi della cultura statali presenti in Basilicata equivale a quelli di un anno alla Grotta Azzurra di Capri e minore rispetto a quello dei visitatori di Paestum o a quanti sono i visitatori in soli tre giorni a Pompei. Altro dato fortemente negativo è quello della permanenza media del turista nelle località lucane di turismo culturale (a Matera non supera i 2 giorni). Cifre che stonano rispetto ad un target specifico. Il turista culturale è più propenso a spendere 52 euro al giorno per l’alloggio, in media, e 85 euro per spese extra, contro i 47 euro per alloggio e 75 per gli extra di chi viaggia per ragioni non culturali.  Eppure c’è chi sostiene che ,In una regione come la Basilicata, dove gli abitanti sono pochi e le relazioni più semplici, sia più facile dare forma a una rete dinamica che progressivamente possa attrarre e collegare gli altri luoghi culturali di tutta la regione, anche in rapporto alla grande accelerazione impressa dal percorso verso e oltre il 2019. E si pensa che,grazie alla forte visibilità di Matera, la regione sta vivendo un momento di crescita  “l’anno scorso il numero dei visitatori ha superato quello dei residenti e il processo non si arresta”. Si, nel 2015 la Basilicata è stata la seconda regione italiana per incremento di visitatori ma i dati del 2016 parlano chiaro. Il patrimonio che la regione conserva è a dir poco sconosciuto ma potrebbe diventare  un attrazione se ben comunicato ma soprattutto se, dai soli  luoghi di conservazione ed esposizione di patrimoni, diventassero anche  macchine attive in grado di scambiare conoscenze e valori utili a far crescere comunità culturali sempre più attente e autonome. E’ necessario interrogarsi sulla fruizione dei nostri beni culturali e iniziare a comprendere che  il patrimonio culturale ed il paesaggio sono, infatti, non solo elementi fondanti della propria identità, ma anche potenziali potenti strumenti di miglioramento della qualità dello sviluppo economico sostenibile e per la creazione di opportunità di lavoro qualificato in particolare per i tanti professionisti dei beni culturali, formati nelle nostre Università.

Serena Gervasio

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