Apr 19, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Scacco matto

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osservare 1Gli scacchi non sono semplicemente un gioco.Sono guerra, teatro e morte. Sulla scacchiera sopravvivono pochi pezzi e anche il re è tenuto a interpretare un nuovo ruolo, da vittima ad aggressore: è una fase estrema. “scacco matto” ed “il re è morto”. Nonostante questo gioco abbia come base una struttura competitiva (guerresca), è possibile anche intravedere un aspetto estetico/meditativo e notare come abbia mantenuto inalterato nei secoli il suo simbolismo e una specifica funzione di trasmettere messaggi e sviluppare capacità mentali.

Gli scacchi sono diventati nell’arco del tempo una metafora adattabile a campi molto diversi e, forse, sono stati proprio i temi del combattimento, della difesa e del riscatto, della vittoria politica (Re e Regina), dei rischi di perdita dei propri uomini, del grande potere concesso alla Donna, della necessità irrinunciabile di affidarsi tanto alla ragione quanto all’intuito ad ispirare le varie arti. Nell'epoca del Romanticismo, la partita a scacchi era visto come il campo di battaglia fra due ingegni che tentavano di superarsi nell'arte di vincere  creando  delle combinazioni di grande impatto artistico sugli spettatori. L'epoca delle grandi aspettative dai miracoli della scienza portò a sviscerare il gioco ed analizzarlo trovando i concetti fondamentali che governano il gioco.
Si giunse alla conclusione che la partita perfetta finisce in pareggio e la vittoria è dovuta non ad un lampo di genio ma allo sfruttamento di un errore dell'avversario. Nell'epoca della psicanalisi si giunse a vedere nella partita una lotta fra due volontà opposte, pertanto anche gli aspetti psicologici andavano analizzati al fine di ottenere il miglior risultato. Nella pittura, in molti casi, gli artisti stessi erano appassionati giocatori. Quasi tutti i frequentatori di Parigi, bohemien o modernisti, si riunivano nei caffé per giocare partite interminabili. Da Baudlaire a Picasso, da Boldini a Modigliani, da Verlaine a Giacometti. Marcel Duchamp, ad esempio, dopo i 30 anni, in preda ad un’ossessiva passione per gli scacchi, smise di dipingere per dedicarsi interamente al gioco. Anzi, forse si può dire che sia stato “uno scacchista prestato all’arte”.

Duchamp nasce a Blainville il 28 luglio 1887 da rispettabile e agiata ( il padre è notaio ) famiglia borghese. I genitori sono tra l’altro appassionati di scacchi e quindi impara a giocare da ragazzino.osservare 2 A 17 anni Marcel ottenne la licenza liceale e passò all’ Académie Julian (1904-05) di Parigi, dove in realtà trascorreva più tempo a giocare a biliardo e a scacchi che a frequentare la scuola. Intanto aumentava in Duchamp la passione per gli scacchi e quanto fossero importanti per lui lo testimonia una lettera che scrisse alla sorella in cui ,aveva allora vent'anni, scrisse testualmente “dipingo per vivere e vivo per giocare a scacchi”. Nel 1908 si trasferì a Neuilly, qui, un critico importante, Guillaume Apollinaire, evidenzia i realistici nudi di Duchamp, e questo gli dà la prima popolarità. Popolarità di cui approfitta per inserire nei suoi dipinti gli scacchi. Nel dicembre 1911 realizza la versione definitiva di «Les joueurs d'échecs » (“Ritratto di giocatori di scacchi” in cui Duchamp cerca di raffigurare anche l’intensità invisibile del pensiero dei giocatori. I critici si sono chiesti se nello spirito di Duchamp è affiorato prima il gioco degli scacchi o le forme dei pezzi e della scacchiera. Egli aveva infatti una predilezione per la matematica e per tutto ciò che era di ordine matematico. Noi possiamo dire che il gioco degli scacchi fu per Duchamp, un motivo costante di ispirazione, quasi altrettanto dominante, nel suo subcoscio, quanto il nudo; naturalmente, tutto in chiave irrazionale e surreale. Gli scacchi rappresentarono spesso «l'atmosfera» nella quale Duchamp trovò, paradossalmente, “l'appagamento dell'insoddisfazione”. Nel 1911, insieme ai fratelli, aderisce al cubismo e nascono le prime opere. Una di queste è “Il Re e la Regina circondati da nudi veloci” . Il titolo indica come Duchamp già fantasticasse con l’immaginazione e si concentrasse su alcuni pezzi degli scacchi. Sulla scia del quadro scacchistico, realizza la prima versione del “Nu descendant un escalier” (Nudo che scende le scale). Nel 1912 altri celebri dipinti sono: Nudo che scende una scala (n. 2, versione definitiva), Il passaggio dalla vergine alla sposa, Sposa, La sposa messa a nudo dagli scapoli. La vendita di questi dipinti gli permetterà in seguito di pagarsi il viaggio negli Stati Uniti allo scoppio della Guerra. Queste chiudono definitivamente la sua esperienza con la pittura comunemente intesa. Il 1913 è un anno importante per Duchamp. Per prima cosa incontrò il fotografo e pittore americano Man Ray: la loro amicizia durerà tutta la vita. Poi realizzò il suo primo “ready-made” (ruota di bicicletta). Proprio Man Ray racconta, in merito al gioco degli scacchi, che passò la maggior parte della settimana del viaggio di nozze a studiare i problemi di questo gioco, e sua moglie per la disperazione si vendicò alzandosi una notte mentre egli dormiva e incollò tutti i pezzi alla scacchiera. Divorziarono tre mesi dopo. Forse è stato proprio questo aneddoto a suggerire a Man Ray l’idea della famosa foto del giocatore di scacchi, talmente concentrato sulla sua partita da non accorgersi che il proprio avversario è una bellissima donna nuda.
  osservare 3Nel 1918 Duchamp va a Buenos Aires e ci resta 9 mesi, giocando a scacchi e realizzando dei pezzi in legno, gli unici da lui fatti, tranne i cavalli fatti fare da un artigiano locale. Dedica completamente la sua attività del 1918 a questo gioco, tralasciando la pittura. Realizzò persino una scacchiera, da ... appendere al muro…al posto di un quadro e quindi ad occupare la posizione dell’opera d’arte . Negli scacchi si può arrivare ad una posizione senza via d'uscita, ove nessuno degli avversari può imporre la vittoria. Uno di essi si trova in uno stato di perpetuo scacco. Per Duchamp questa insolubile situazione è divenuta la metafora della sua relazione con la vita.

“Gli scacchi sono un hobby, un gioco, qualsiasi persona può giocare a scacchi. Ma io mi sono dedicato ad essi seriamente e mi è piaciuto perché ho trovato dei punti in comune tra scacchi e pittura. Effettivamente quando giochi a scacchi è come disegnare qualcosa o costruire un meccanismo di qualche genere per mezzo del quale si vince o si perde. L'aspetto competitivo del gioco non ha importanza, ma la cosa in sé è molto plastica e questo è probabilmente quello che mi ha affascinato nel gioco... Il gioco è un’altra espressione mentale, intellettuale che ha dato qualcosa in più alla mia vita e alla mia personalità."

 

Serena Gervasio

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