Jun 05, 2023 Last Updated 6:32 AM, May 26, 2023
Domenico Ciancio

Domenico Ciancio

Un incompreso lucano, italiano, europeo. Della mia passione, la comunicazione, ne provo a fare il mio mestiere. Con i proventi della mia prima passione alimento le mie tante altre passioni: viaggiare, leggere, ascoltare musica, golf, formula 1, mangiare e sorridere con le persone che amo e che incontro nella mia vita.

Luciano Nardozza, il musicista lucano dallo stile ricercato e dall’impronta sociale riflessiva

Cosa hanno in comune il pop-rock di Luciano Nardozza, la musica elettronica, del rap e del prog con la psicologia individuale e collettiva, con le tecniche di “ingegneria sociale” e neuromarketing (studiate e documentate scientificamente sin dagli anni ‘50) che circondano l’individuo senza che questi, il più delle volte, se ne accorga? La risposta è nei testi di “Ciò che non devi sapere”, terzo album di Luciano dopo “Di Passaggio” e “Fuori Luogo”.

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Colobraro, piccolo borgo di meno di 2000 abitanti, che si affaccia sulla valle del fiume Sinni, in provincia di Matera, è uno dei 5.529 comuni italiani sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano il 69,98% del numero totale dei comuni italiani. Facendo una ricerca in rete, scopro che: due delle regioni più industrializzate e sviluppate del nostro paese, contano il maggior numero di piccoli comuni: il Piemonte che ne conta 1.045, cioè il 18,90% del totale nazionale e la Lombardia con 1.036*.  Colobraro, però, dagli anni Quaranta ad oggi, e chissà ancora per quanto, si porta dietro la nomea di essere il “paese della sfortuna”. Giudizi e pregiudizi sul paese e sui suoi abitanti sono stati per anni la propaganda di Colobraro. Per anni solo nominarlo era certezza di sventura. Ancor di più andarlo a visitare o passarci da vicino.

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Teatro San Carlo, Napoli

Credits: Giuliano Romano

Si è concluso da poco il progetto di laboratori e di attività didattiche per i detenuti della Casa Circondariale G. Salvia di Napoli – Poggioreale. Un’attività svolta grazie al protocollo di intesa siglato tra la Fondazione San Carlo della città partenopea e il carcere di Poggioreale. Se nella vita, non sono sempre le note giuste a farci compagnia, non lo sono neanche i giudizi e i pregiudizi. Ed il teatro, come la musica, unisce differenze laddove sembrano essere insormontabili e laddove, ciò che sembra impossibile, diventa armonia.

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Cosa accomuna un gruppo di persone provenienti da ogni parte del mondo che, ogni anno, decide di darsi appuntamento per andare alla scoperta della Basilicata? Ma è ovvio! La sua storia, tradizioni, usi e costumi che appartengono ancora a una terra magica, a tratti misteriosa e ancora poco conosciuta ma accogliente, affascinante, goduriosa… Per alcuni la tutela di queste singole peculiarità è puro campanilismo. Per altri, invece, ricchezza storica ed antropologica da non disperdere ma da tramandare alle nuove generazioni.

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Filippo Ungaro, capo comunicazione Save the Children

Donare un sorriso e delle opportunità ai bimbi di tutto il mondo è alla base dell’attività di Save the Children, una delle più grandi Organizzazioni internazionali indipendenti attiva in 125 paesi in tutto il mondo, creata il 19 maggio 1919. È una Organizzazione Non Governativa (ONG) con status consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Tantissimi i progetti realizzati nel corso degli anni grazie anche alla solidarietà e alla sensibilizzazione che i volontari di Save the Children “instillano” nella nostra società.

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