Dec 06, 2023 Last Updated 11:06 AM, Dec 6, 2023

Amor Vincit Omnia

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osservare eros 1Cupido ha sempre avuto un ruolo importante nel campo dell'amore e degli innamorati.Eros per i greci, Cupido o Amore per i romani, era il dio che personificava l’amore carnale, il desiderio irrefrenabile, la passione e la voglia.Raffigurato il più delle volte come un bambino, il figlio di Venere e Vulcano era un dio molto irrequieto il cui potere era quello di far innamorare o allontanare dall’amore chiunque colpisse con arco e frecce. La leggenda narra che , lo stesso dio, oltre a provocare gli altri dei con le sue frecce, in un’occasione ne rimase egli per primo colpito: accadde infatti una volta che, spinto da sua madre a vendicarla perché una fanciulla mortale bellissima, tale Psiche, veniva costantemente paragonata a lei, invece di scagliare la freccia d’innamoramento verso il più brutto e repellente degli uomini, la indirizzò inavvertitamente verso il suo piede, cadendo egli per primo vittima del suo potere.

 

 

osservare eros 2Non potendo più annullare ciò che aveva compiuto, rapì la bella Psiche per portarla nella sua dimora; la ragazza già lo aspettava in cima ad una rupe, perché le era stato predetto da un oracolo che un uomo alato l’avrebbe rapita per prenderla in sposa, sicché all’arrivo di Cupido, per quanto fosse angosciata dal non sapere cosa le stesse accadendo, non era affatto sorpresa. Così il bellissimo ed aitante Amore si  libra nell’aria con la rassicurata Psiche.

Una volta nella dimora il dio chiese alla fanciulla di potersi accoppiare ed incontrarsi solo di notte, onde evitare sia che lei potesse scoprire la sua natura di dio e che sua madre venisse a sapere di questo amore e così accadde per molte notti. la tela di Jacques Louis David cattura un tipico momento post accoppiamento, in cui un soddisfatto e sornione Amore è intento ad alzarsi dal letto per sparire prima che l’avvenente Psiche si svegli; fuori l’arrivo dell’alba ricorda che il suo tempo è scaduto è la luce non gli sarà favorevole, per cui è tempo di andare.

Una sera però, vinta dalla curiosità ed incitata più volte dalle sue sorelle che premevano affinché ella conoscesse l’identità di suo marito, una notte mentre Amore dormiva, si svegliò, prese una lampada ad olio, l’accese ed illuminò il suo sposo, scoprendo chi in realtà questi fosse. Ma una goccia d’olio bollente cadde sul dio, svegliandolo, che non gradì la cosa e decise di fuggire da lei.

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Nel dipinto in cui Psiche scopre l’identità di Amore, è qualitativamente ottimo il gioco di luci ed ombre che vanno a sovrapporsi sui protagonisti e nell’ambiente circostante, per cui viene garantita l’idea di notte, il senso dello scoprimento del dio, del suo fastidio e della sorpresa della donna: d’altronde le espressioni parlano chiaro, Amore sembra sorpreso in negativo dal gesto nefasto della donna, tentando di coprire il suo volto con la mano affinché lei non possa guardarlo. Per potersi ricongiungere quindi con il suo amato, Psiche dapprima si sbarazzò delle e poi chiese alla madre di lui, Venere, se ci fosse un modo per poter riavere indietro suo marito. La dea quindi mossa a compassione ma desiderosa allo stesso tempo di veder compiuta la sua vendetta, le ordinò di superare ben quattro prove impossibili. Come ultima Venere dette a Psiche una piccola scatola che doveva portare nel regno dei morti. La dea le disse di prendere un po' della bellezza di Proserpina, la moglie di Plutone, e di metterla nella scatola. Venere le consigliò di fare molta attenzione e di evitare assolutamente di aprire la scatola. Ma Psiche non resistette alla tentazione e la aprì, e invece di trovare una parte della bellezza di Proserpina trovò un sonno mortale. 

Cupido trovandola senza vita, si riprese il sonno dal suo corpo mortale e lo ripose nella scatola. Cupido e Venere perdonarono Psiche, e per premiarla per l'amore dimostrato la elessero a dea.
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Quindi l’epilogo amoroso per eccellenza: dopo tante fatiche Psiche e Amore si ritrovano e finalmente possono coronare il loro sogno di stare insieme per sempre. Un sentimento che nessuno meglio di Antonio Canova, seppe mettere in evidenza nel suo gruppo scultoreo del 1788 di Amore e Psiche, uno dei pezzi forti del Louvre, in cui i due amanti vengono raffigurati in una posa elegante e leggiadra, in modo che le due figure formino una X incrociando le ali del dio con il suo corpo e quello della donna, nell’attesa desiderata che quel bacio tra le due figure così vicine tra di loro, avvenga prima o poi. 

 

 

 

 

 

Serena Gervasio