Dec 06, 2023 Last Updated 11:06 AM, Dec 6, 2023
Rocco Infantino

Rocco Infantino

Giornalista pubblicista, batterista sconveniente.

Leggo. Mi incuriosisce la fisica quantistica. Mi piace il jazz. Scrivo in privato, uso il Garamond. Credo nella sezione aurea, nell’entanglement, nel dualismo onda particella. Preferisco i film francesi, i cibi semplici, le persone semplici, i problemi semplici.

Il mio orario del cuore sono le cinque e venti. Detesto usare Domodossola nel gioco “Nomi, cose, città” e vivrei volentieri a Londra, Parigi e Roma, come la maggior parte delle vallette degli illusionisti. Fin da ragazzo ho l’età che descrive J. L. Borges in Limites. Se non svolgessi un lavoro in ambito giuridico legale, probabilmente avrei voluto essere quello che fischia nella canzone Lovely head dei Goldfrapp.

scrivere 1

Intuitivamente, soltanto intuitivamente, avendo come prospettiva di tappa verificare cosa stia diventando il libro nello scenario contemporaneo, guardandolo come veicolo del sapere o dell’esperienza e della narrazione che si fa dell’uno e dell’altra, mi proponevo qualche lettura che mi orientasse per l’appunto su quella cosa che chiamiamo “il sapere”, quando giochiamo a fare gli intellettuali.

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La dinamite e il vento

magma 010Verrebbe da dire “In principio era il Verbo”, se non fosse che verosimilmente così si rischia che uno abbandoni la lettura e più volentieri si metta davanti una ciotola a sgranare cannellini.

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Cinquecentine abarth

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- Scusi, i libri sul fai da te?

- Scaffale ventuno.

- Non lo trovo.

- E’ da montare.

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Echi di eroi

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Il contrabbassista è un omone sorridente con i capelli raccolti in una coda. Scambiamo due parole ad un tavolo nella nuova sede di Gocce d’Autore, al 222 di via Pretoria, a Potenza, che stasera, 23 settembre 2016, apre la propria rassegna jazz. La formazione che si esibirà alle 21.30 raccoglie musicisti di primissimo piano nel panorama jazzistico europeo.

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Editoriale colore bluQuando nel marzo dello scorso anno questa rivista ottenne la registrazione come testata giornalistica, un curioso caso ci fece tornare alla mente uno degli archetipi della letteratura distopica contemporanea, quel Fahrenheit 451 di Ray Bradbury che molto aveva giocato sull’immaginazione del futuro dei libri, della società, delle libertà individuali. Esattamente cinquecento anni fa, nel 1516, Tommaso Moro dava alle stampe il suo L’Utopia, noto ai più, nel quale descrive un viaggio di un filosofo in un’isola, omonima, dove viene vissuta l’esperienza di una società perfetta. Essa si contrapponeva, evidentemente, a quella che all’epoca veniva dall’autore individuata come la somma dei maggiori mali di cui soffrisse il mondo a lui contemporaneo.

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