Giornalista pubblicista, batterista sconveniente.
Leggo. Mi incuriosisce la fisica quantistica. Mi piace il jazz. Scrivo in privato, uso il Garamond. Credo nella sezione aurea, nell’entanglement, nel dualismo onda particella. Preferisco i film francesi, i cibi semplici, le persone semplici, i problemi semplici.
Il mio orario del cuore sono le cinque e venti. Detesto usare Domodossola nel gioco “Nomi, cose, città” e vivrei volentieri a Londra, Parigi e Roma, come la maggior parte delle vallette degli illusionisti. Fin da ragazzo ho l’età che descrive J. L. Borges in Limites. Se non svolgessi un lavoro in ambito giuridico legale, probabilmente avrei voluto essere quello che fischia nella canzone Lovely head dei Goldfrapp.
Come treni che corrano talvolta affiancati per tratti più o meno brevi, o per sinusoidi vicine, ora con variazioni di quote, ora scomparendo, e riapparendo poi l’uno alla vista dell’altro, guadagnando i punti di destino ancora indistinguibili cui tuttavia sembrano mirare, così mi pare che procedano, da qualche tempo, le modeste annotazioni che vado facendo su questa rubrica e le riflessioni che prendono forma in una delle storie che parallelamente sto scrivendo, anzi si scrivono per mezzo di me e talvolta finanche mio malgrado, e che, come le altre, non vedrà mai la luce.
«Sei sempre molto stanco in questo periodo, dovresti fare dei controlli.». «Va bene.». Tra le file dei tascabili, un dorso di colore viola. Facendo leva, il dito indice lo inclina, lo tira via dal ripiano. Conosco Peter Handke dalla mia giovinezza. Anche di lui ho diversi libri, comprati quasi tutti assieme, come facevo già allora, dopo che una prima lettura mi aveva colpito.
Per uscire da un vicolo cieco bisogna prenderne un altro. Questa è l’opinione di Monsieur Songe.
Le alterne fortune dell’ultimo calice di gewurztraminer della sera mi consegnano a un’ora che in questa stagione è ancora tutta nel limbo dell’attesa dell’alba, nel mio studio, sotto gli sguardi assieme perplessi e comprensivi delle mie micie, loro sì, già del tutto sveglie grazie al loro
Ne L’iniziazione (Editrice Antroposofica Milano, XVIII ed. italiana, 2016), illustrando per quanto consentito il percorso attraverso il quale si possa conseguire le conoscenze dei mondi superiori, quando il discorso porta all’appuntamento cruciale che ogni discepolo deve affrontare con il “piccolo guardiano della soglia”,