Apr 20, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Viva Arte Viva

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osservare 1Come non perdersi Venezia.  Al grido di battaglia “Viva Arte Viva”, se sia un’esortazione o un esorcismo lo sapremo presto.

Si svela così la 57esima Esposizione Internazionale d’Arte, l’evento globale che quest’anno accoglierà 86 Paesi, 23 Eventi Collaterali, 120 artisti tra i Giardini e l’Arsenale di cui 103 esordienti, 5 mila giornalisti e una folla di ministri. Il business della Biennale Arti Visive di Venezia è un affare da almeno 30 milioni di euro che plana sulla laguna nella settimana d’oro per il turismo culturale. Come sarà organizzata tecnicamente la Biennale? Si tratterà di una sequenza di padiglioni nell’ottica di un’apertura “del sé e verso l’altro”, attraverso un viaggio nell’interiorità degli artisti stessi. La rassegna darà spazio all’energia della creatività, riunendo artisti di varie generazioni e aree geografiche, come America Latina, Asia, Europa, ma anche artisti Inuit e kazaki.

In tutto questo contesto voluto, e quindi rassicurante, in una città che scoppierà di gente ma anche di salute, l’arte in senso stretto perderà i suoi confini. Diventerà musica nel padiglione della Francia trasformato in una scultura-studio di registrazione, virerà sul cinofilo nel padiglione della Germania dove è prevista una performance con due doberman, palpiterà del “Mondo magico” di Cecilia Alemani al Padiglione Italia, guarderà al solidale con l’americano Mark Bradford che esporrà le borse delle detenute della Giudecca, si farà rito di guarigione nel padiglione degli sciamani alle Corderie, dove, chi vorrà, potrà provare. Ecco allora che l’arte si caricherà di molteplici significati e infinite prospettive, come se sotto l’insegna rosso fuoco della Biennale, stringendosi un po’, ci fosse posto per tutti. La curatrice Christine Macel ha presentato i temi di questa edizione con questa dichiarazione: «L’arte di oggi, di fronte ai conflitti e ai sussulti del mondo, testimonia la parte più preziosa dell’umano in un momento in cui l’umanesimo è seriamente in pericolo. È il luogo per eccellenza della riflessione, dell’espressione individuale e della libertà, così come dei fondamentali interrogativi. È un “sì” alla vita, a cui certamente spesso segue un “ma”. Più che mai, il ruolo, la voce e la responsabilità dell’artista appaiono dunque cruciali nell’ambito dei dibattiti contemporanei. Viva Arte Viva è quindi un’esclamazione, un’espressione della passione per l’arte e per la figura dell’artista. Viva Arte Viva è una Biennale con gli artisti, degli artisti e per gli artisti, sulle forme che essi propongono, gli interrogativi che pongono, le pratiche che sviluppano, i modi di vivere che scelgono. Il catalogo sarà interamente dedicato agli artisti, senza testi critici. Ma la parte più importante sarà lo spazio assegnato fisicamente agli artisti, che potranno rendere visibile la loro pratica attraverso Tavola Aperta, l’iniziativa che porterà un artista a pranzare con il pubblico ogni sabato, per l’intera durata della rassegna, in due spazi, ai Giardini e all’Arsenale, con lo scopo di dare voce agli artisti. Tra gli italiani troviamo Riccardo Guarneri (esponente dell'Astrattismo Geometrico, fiorentino classe 1933 e già in Biennale nel 1966), così come Giorgio Griffa (torinese classe 1936), Paolo Icaro , Gianfranco Baruchello e Infine Maria Lai, che come ha ricordato Macel "praticamente sconosciuta all'estero" e profeta nella sua Sardegna, e in Italia, e Irma Blank. Nata in Germania nel 1934 ma di casa a Milano, la Blank a sua volta sta vivendo un momento di piena riscoperta del suo lavoro, anche grazie al lavoro della galleria bolognese P420. In tutti i casi (almeno in questi) sarà la pittura a farla da padrone. Infine ci sono poi altri due italiani : il primo si chiama Michele Ciacciofera, e vive a Parigi dal 2011; il secondo è il giovane Petrit Halilaj, che passato da Milano e dall'Accademia di Brera, oggi vive a Berlino.

L’arte, evidentemente, è ancora Viva.

Serena Gervasio

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