Mar 29, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Exhibition

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osservare stones 1Si chiama Exhibition ed è la prima grande mostra dedicata interamente ai  Rolling Stones. L'esposizione è stata inaugurata il 6 aprile da Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts in persona e durerà fino al settembre 2016 alla Saatchi Gallery di Londra.

 

Si tratta di una mostra che avrà in esposizione oltre 500 oggetti che raccontano la storia della band scelti direttamente dagli archivi personali del gruppo. Gli organizzatori hanno dichiarato che ci sono voluti tre anni per riuscire a mettere in piedi Exhibition per dare ai visitatori la possibilità di ammirare disegni di scena, strumenti musicali, tutto l'equipaggiamento presente nel backstage, tracce audio rare e video inediti. Ci sarà anche materiale tratto dai diari personali e dalla corrispondenza della band. Dopo l'apertura a Londra la mostra visiterà altre 11 città del mondo per un periodo complessivo di 4 anni. Anche se si tratta di una mostra sui Rolling Stones non parla solo dei membri della band ma è un racconto di tutta la tecnologia e gli oggetti che hanno fatto parte della storia di vari gruppi così come di strumenti che sono passati di mano in mano per anni, ed è  questo quello che rende la mostra davvero interessante. La mostra, la più grande mai organizzata sul complesso, raccoglie oltre 500 oggetti, da abiti di scena a poster originali, da filmati a copertine dei dischi, da foto inedite a chitarre, tra le quali una regalata a Wood dall'attore Johnny Depp.  

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osservare stones 2 La rassegna apre con un’enorme scritta luminosa rossa “Ladies and Gentlemen”, un perdete ogni speranza voi ch’entrate dantesco ad avvertire che da lì in poi inizia il vero show. La prima sala è dedicata all’enumerazione di tutte le tappe, i concerti, i tour, le nazioni e i fan a cui la band è arrivata, includendo l’ultimo splendido e storico show cubano. La sensazione è però di trovarsi di fronte più a uno studio economico o statistico, con dati certamente strabilianti ma inutili al fine dell’esperienza. Nella seconda sala sono presenti 40 schermi che raccontano, attraverso un linguaggio audio-visivo, tutta la carriera degli Stones, passando dagli esordi negli anni Sessanta fino al concerto al festival di Glastonbury nel 2013.
Per dare un'idea degli umili inizi del gruppo è stata ricreata nella galleria la squallida stanza che Jagger, Richards e Watts condividevano a Chelsea nel 1962, definita da Richards come “un porcile disgustoso”, con un unico bagno e cucina da condividere con tutto il palazzo. La ricostruzione è molto realistica e comprende anche letti sfatti, cibo andato a male, pile di piatti sporchi e muffa.  A ricreare la dimensione di quegli anni contribuiscono poi anche i video e le interviste ai diretti protagonisti anche grazie al  regista Martin Scorsese che racconta i retroscena del documentario che ha girato sui Rolling Stones.

 

 

 

osservare stones 3 Si riescono così a capire lo stile di vita, gli inconvenienti e la bellezza ribelle di quel periodo, che tende a far venire un po’ di nostalgia, come a ricordare che solo agli inizi di qualcosa di grande si riesce a ritrovare una combinazione perfetta di spontaneità, incoscienza e magia. L'aspetto visivo è sempre stato cruciale, dagli abiti indossati da Jagger & Co alle copertine dei dischi e al celeberrimo logo con la linguaccia, che la mostra rivela essere stato ispirato da un'immagine della dea indù Kali. Il logo, al quale è dedicata un'intera sala, compare non solo sul poster per la mostra ma anche in grandi sculture colorate fuori dall'ingresso della galleria. Per gli amanti dell'arte c'è un intero muro di ritratti di Andy Warhol ,autore della copertina dell’album “Sticky Fingers “ su commissione di Mick Jagger che scrive ad Warhol la lettera che ogni artista vorrebbe gli fosse scritta: "piena fiducia-fai tu-chiedimi tutti i soldi che vuoi".

 

 

 

 

osservare stones 4 L’artista e i suoi collaboratori Billy Name e John Pasche , inventore del famoso logo Tongue e Lip che è diventato un brand globale prima ancora che lo diventasse il gruppo rispondono con i fatti. . Una copertina d’arte, quella pensata da Andy Warhol con i jeans allusivi e la cerniera di metallo che si apriva sul serio (finché i rivenditori non si sono lamentati perché rovinava i vinili). In Spagna quella copertina fu censurata e neppure si sa chi fosse l’uomo dentro i jeans, sicuramente non Mick Jagger ma forse il modello Joe Dallesandro amato da Warhol. Ritornando alla mostra, nella medesima sala, sono presenti anche opere di designer, filmmaker del calibro di Alexander McQueen, Ossie Clark, , Tom Stoppard e Shepard Fairey, mentre per gli appassionati di fotografia ci sono immagini anche inedite scattate da David Bailey, Gered Mankiewitz e altri grandi. Chi preferisce la moda si può divertire ad ammirare la galleria di abiti fantasiosi e provocatori indossati dagli Stones sul palcoscenico con Jagger che passa con disinvoltura dalle giacche di raso rosa ai mantelli di piume nere. Un'altra  sala usa tecnologia d'avanguardia per creare un'esperienza a 3 dimensioni che permette allo spettatore di essere praticamente presente a un concerto degli Stones con Jagger che canta ‘Satisfaction'. Un'altra ancora porta direttamente dietro le quinte con una ricostruzione del backstage di un concerto tra fili, scatole degli strumenti, fogli sparsi e chitarre. Anche per chi non è un fan dei Rolling Stones la mostra ricorda, e lo sottolinea Scorsese, come il gruppo e le sue canzoni siano stati “parte della vita di tutti noi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Serena Gervasio

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