Mar 29, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Dea Madre

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osservare klimt 1 La  mamma, Una figura celebrata in ogni manifestazione artistica; nella musica, nella poesia, nella letteratura, nella scultura, nella pittura, insomma, in ogni espressione dell’arte umana, la sua figura ha trovato spazio; una madre che per tutto il Medioevo e fino al Seicento, in campo artistico, si confonde ed rappresentata con l’immagine sacra della Madonna. La presenza della figura materna così insistente e costante, nella pittura che fino al Novecento è campo d’azione prevalente degli uomini, compresi i committenti principi, cardinali, re e papi o anche ricchi borghesi, non si spiega se non con una presenza ancestrale della madre nell’immaginario maschile.  Identificata spesso con la Terra stessa genitrice di tutte le creature e di conseguenza anche dell’essere umano, la Dea Madre non sappiamo con certezza quando si iniziò a venerare, un dato certo è che veniva adorata e le venivano dedicate cerimonie e fatte offerte votive come ringraziamento. La testimonianza più antica che sia stata trovata dedicata alla dea è una statuetta di pietra chiamata la Venere di Willendorf, il cui nome deriva dal luogo nel quale venne rinvenuta.

osservare venere Un piccolo monumento dell’Età della Pietra con ampi fianchi e grossi seni come per indicare l’abbondanza e la grande capacità di procreare. Ma ci sono altri esempi di statuette della Dea Madre che sembrano collegate ad essa e sono quelle trovate durante gli scavi archeologici in Bulgaria in quel territorio che era dei Traci. La presenza di figure dai connotati simili in molte religioni e mitologie indica l’importanza dell’immagine femminile ‘divinizzata’, in virtù principalmente delle sue capacità di genitrice. Ed è proprio la riscoperta dell’arte primitiva a scatenare la fantasia e le energie creative degli artisti europei tra Ottocento e Novecento con la rappresentazione di  natività, Vergini in trono, ritratti familiari, scorci di vita privata con i propri figli. Klimt rielabora questo tema  ed esplora attraverso una poetica ancora una volta tutta personale e legata al concetto che la psicoanalisi ha definito come “un’immagine centrale del nostro inconscio”. La figura della donna-madre è celebrata da Klimt e dagli artisti della Secessione in numerose opere, ed è anzi letta come l’unica speranza in un mondo che attende di essere annientato dal germe della devastazione. Il dipinto noto come Speranza I (1903) rappresenta con molto realismo una donna incinta nuda, accostata a una mostruosa creatura serpentiforme, un drago terrificante e minaccioso. Il velo azzurro dietro la donna gravida e la striscia rossa dietro il drago sono simbolici dell’acqua e del sangue collegati alla nascita, mentre nella fascia in alto uno spettro e altre creature demoniache, le tre Parche, intonano il loro silenzioso spietato coro di morte. Klimt riprenderà più volte il tema della maternità, sia in dipinti d’ispirazione tradizionale, come nel caso di Madre con figli (1910), sia in opere dal carattere altamente simbolista come Speranza II (1907- 1908) ma soprattutto ne “Le tre età della donna”, che forse si può descrivere quale la sua migliore raffigurazione dell’ideale stesso di Maternità.

osservare klimt 2L’opera, conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, a Roma, è un’allegoria della vita e delle stagioni umane, un’allegoria della precarietà e della bellezza. Nel dipinto si riconoscono tre figure femminili, in realtà due nel dettaglio: all’irrimediabile fine che si avvicina sempre di più, rappresentata dalla donna anziana dal corpo deforme e carico di anni, Klimt contrappone una madre e una figlia, le uniche due figure presenti nel dettaglio. La madre ha gli occhi chiusi, proprio come la figlia: entrambe le due figure femminili stanno ad indicare che per loro c’è ancora speranza, c’è ancora la possibilità di sognare e di fantasticare, cosa che viene negata all’anziana. Le due donne vivono in una dimensione serena, in una dimensione che conosce gioia e piacere, nei loro volti si riconosce una specie di estasi e di beatitudine celeste. Questo dettaglio dà l’impressione che Klimt abbia voluto rappresentare il piacere della maternità, in cui madre e figlia mischiano tutto il loro spirito, per poter formare l’infinita perfezione.

Serena Gervasio

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