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Astrologia ad Arte

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Con l’inizio del nuovo anno non poteva non mancare, in questa rubrica rivolta al mondo dell’arte, un piccolo pensiero dedicato ai misteri pittorici legati ai dipinti che raffigurano Immagini zodiacali e astronomiche affiancate da costellazioni e cieli stellati realizzati dai più grandi pittori del nostro tempo. Fu nel Rinascimento che si ebbe la maggiore diffusione di pensieri tesi ad individuare le corrispondenze cosmiche rispetto all’uomo, in un intreccio di influssi che operano su piani diversi dove gli astri non determinano il destino dell’uomo con un meccanismo di causa-effetto, ma attraverso un’analogia tra micro e macrocosmo. Sono state numerose le raffigurazioni ispirate a questo tema che compaiono nella pittura, nella scultura, sugli arazzi, sulle medaglie , monete, sulle stoffe e carte da gioco. Segni e pianeti, nel Rinascimento, sono trasfigurati da un’ immaginazione poetica vivissima nutrita da una profonda conoscenza della mitologia classica.

osservare giotto La decorazione pittorica del Palazzo della Regione a Padova presentava un impianto tipicamente medievale sull’astrologia. Gli affreschi vennero eseguiti inizialmente da Giotto nel 1315-17. Dopo l'incendio del XV secolo gli affreschi vennero rifatti da Niccolò Miretto e Stefano da Ferrara per essere nuovamente restaurati nel XVIII secolo. Il ciclo è diviso in dodici comparti in ognuno dei quali trova posto l'allegoria di un Mese, il segno zodiacale, il pianeta, le occupazioni umane. La particolarità del ciclo padovano è quella di costruire un sunto di una tradizione letteraria e iconografica diffusasi nel Trecento, secondo cui tutte le attività umane venivano poste sotto il controllo del pianeta signore del segno zodiacale che trasferiva sull’ uomo le proprie particolarità caratteriali e fisiche.

Un altro oroscopo dipinto si trova nell’ intradosso della cupolina interna della Sacrestia Vecchia, nella fiorentina Basilica di San Lorenzo. Si tratta di una sfera che rappresenta il cielo sopra Firenze nel giorno del 4 luglio del 1442 realizzata da Giuliano d’Arrigo detto Pesello.
L’assoluta aderenza del modello pittorico al cielo che incombeva sopra Firenze in quella data è stata dimostrata anche attraverso studi astronomici evidenziando che le stelle si presentarono proprio così, sopra Firenze, il 4 luglio 1422 del vecchio calendario giuliano, data corrispondente al 13-14 luglio del nostro calendario gregoriano, introdotto nel 1582.

 

osservare peselloL’artista ricavò con estrema precisione gli elementi astronomici: l’eclittica con le costellazioni zodiacali, i pianeti in transito collocati in posizioni particolari; il Sole posto tra il Cancro e i Gemelli, la Luna in Toro, Giove in Ariete, Venere in Cancro. Quindi i meridiani e il Polo Nord, Andromeda, Cassiopea e Perseo, nonché le Costellazioni extrazodiacali le quali, secondo le cognizioni dell’epoca, determinavano il destino degli uomini e le modalità di vita e di morte, a seconda dell’aspetto che avevano assunto, sorgendo e tramontando nella volta celeste, al momento della nascita dell’individuo.

Testimonianze della cultura astrologica in vaticano le ritroviamo nel 1503 nel momento in cui il conclave Giulio II si trovò a convergere sul nome del nuovo pontefice e si racconta che la sua incoronazione venne rinviata più volte per seguire le indicazioni degli astrologi di corte. L’affresco, dipinto da Raffaello nel 1508, raffigura il cielo di Roma come si presentava al momento dell’elezione, il 31 Ottobre 1503, tre ore dopo il tramonto. Nell’opera è ritratta una Musa, Urania, protettrice di astronomia e astrologia che sorregge con una mano l’intero globo celeste, al cui interno si staglia il tema natale del 31 ottobre 1503. I corpi celesti dipinti nella sfera indicano un papato posto sotto il segno dello Scorpione, quindi marchiato dall’intrigo e dalla presenza di nemici da sottomettere e con Venere, posto in Sagittario, che annuncia i movimenti lieti e gioiosi della corte papale, la promozione delle arti e la felicità di vivere in maniera trionfale, tipica di tale segno di fuoco. osservare raffaello

Varcando la soglia di Villa Chigi, che successivamente venne denominata Farnesina, perché acquistata dal cardinale Alessandro Farnese nel 1590 , si apre il cielo di un cobalto smisurato che costituisce la splendida celebrazione pittorica ed astrologica del banchiere Agostino Chigi dipinta dal pittore Baldassarre Peruzzi nel 1511. La loggia affrescata dal Peruzzi distribuisce i propri spazi in 26 compartimenti collocati in tre zone separate da elementi architettonici. Il soffitto si estende intorno a tre ottagoni centrali. Negli scomparti esagonali sono rappresentati gli dei planetari: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Apollo-Sole e Diana-Luna ;e i segni dello Zodiaco, cominciando dall’Ariete e terminando il viaggio figurativo nei Pesci. Il pittore, in sintesi, dipinse il giorno e l’anno di nascita del Chigi attraverso una meravigliosa e colorata “allegoria astrologica” tale da accontentare la richiesta del dotto committente. La scelta del banchiere di rendere evidente con modalità monumentali il proprio oroscopo dipendeva dal fatto che il dipinto rendeva fatali i successi conseguiti, quasi che un disegno divino li avesse preordinati. osservare peruzzi

L'amore per l'astrologia si affievolirà solo dopo le scoperte scientifiche di Galileo Galilei che mostrerà i limiti della conoscenza tradizionale e con l'avvento delle teorie copernicane, verrà tolto all'astrologia anche il titolo di disciplina scientifica. Ciò fece sparire le commissioni di tali cicli pittorici e apparire invece in gran numero, almanacchi astrologici superficiali a carattere periodico fin dalla fine del Settecento. 

Serena Gervasio


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