L’arte fa di un uomo un pittore solo se egli ha qualcosa da raccontare attraverso immagini. Non è mai importato il come, il dove o il cosa. La pittura è sempre stata narratrice di una storia a cui l’uomo non aveva le giuste parole da dedicare e l’artista è quindi uno scrittore in incognito, un narratore senza parola, che utilizza le sue capacità di osservare il mondo, per rappresentare se stesso e il suo pensiero. Le varie forme in cui essa si mostra, i vari stili e le varie tecniche non sono altro che rappresentative di un animo umano e del tempo che egli ha vissuto. La tecnica ad acquerello, ad esempio, è una delle più espressive di pittura. Basta una pennellata su una tela per poter scorgere in una semplice “macchia” uno spettro cromatico tra i più vasti in assoluto.
“Il silenzio ha il colore dell'acqua: acquerelli di Nino tricarico” è il titolo della mostra presente negli spazi della Galleria Idearte di Potenza inaugurata il 25 ottobre e visibile fino al 20 novembre. Con questa personale si apre ufficialmente l'anno espositivo 2015/2016 in cui ricorre il ventennale dell'attività della Galleria. La mostra, a cura di Grazia Lo Re, presenta in esposizione trentacinque opere, acquerelli su carta, di recente produzione dell’artista potentino Nino Tricarico.
La pittura di Nino Tricarico è incentrata sull’uso del colore e sulla poetica del gesto che, in forma “minimalista” nella quantità e nella tipologia dei “segni ornati” esalta sia il profondo “senso del sublime” che appartiene all’arte sia la “dimensione intellettuale” del pensiero umano come anche la “dimensione metaformale” (fatta di forma/non forma) che si colloca a metà strada tra il conosciuto e l’ignoto, desiderio e immaginazione.
Il silenzio è quello in grado di evocare l’impalpabilità delle emozioni e dei sentimenti i quali vivono dentro di ognuno, ma non si toccano; si avvertono, ma non appartengono alla dimensione materiale dell’esistere. Nel suo linguaggio creativo pittura e della scultura s’incontrano: armonia, simmetria e perfezione, requisiti, questi, indispensabili per il cuore e per lo spirito per giungere al quel “criterio di verità” che è rappresentato dalla bellezza. La personale dell’artista potentino rende testimonianza di un dialogo incessante dell’anima con l’infinito tra bagliori di colori e asimmetriche geometrie che spalancano prospettive, profondità, misteri. Forme simboliche capaci di esprimere il senso dell’‘oltre’ che per l’artista è leggerezza, curiosità. Non sono né confini né traguardi, ma segni ideali per capire, interpretare ciò che sta o che accade nel mondo del proprio tempo inteso come capacità di pensare il mondo e di arrivare all’essenza della vita. le sue opere sono in grado di descrivere e di sublimare la grandezza dell’essere umano e il suo continuo innamoramento della Bellezza. In questa mostra l’artista sembra aver dato voce alla propria anima con la sua arte, comunicando direttamente con l’anima dello spettatore, presente e ricettivo con tutti i sensi.
Nino Tricarico (1938) è nato a Potenza, dove vive e lavora. Le sue esperienze formative nascono nell’ambiente dell’avanguardia napoletana intorno agli anni Sessanta ed è qui che impara la leggerezza e la drammaticità che trovano concretezza nella sua pittura della maturità .La scelta di restare in Basilicata non si è mai tradotta in forma di preclusione: la sua prima mostra personale, infatti, è ospitata nel 1970 nella Galleria Palms Shore di New York. Stabilisce rapporti interessanti e qualificanti con critici, scrittori, intellettuali specie dell’area napoletana/romana.
Partecipa anche a mostre e interventi in Germania, Olanda, Francia, Svizzera, Svezia e Finlandia. A partire dagli anni 80’ forma il gruppo del “Nuovo lirismo” in cui riuniva artisti diversi e di diverse parti d’Italia nell’intento di collocare in un’opera lo stupore, l’emozione, il pensiero in una costante tensione poetica tra infinita leggerezza e dedizione estetica. La pittura di Tricarico, in questo periodo, guarda con interesse agli svolgimenti di un’astrazione che trae a se i tracciati più incisivi della tradizione informale italiana. Nella continua ricerca di nuovi supporti, passa dalla tela, al legno ed alla ceramica in una naturale continuità e coerenza di stile, alimentata da una sana e primitiva esperienza ludica artistica elaborata nel continuo dialogo con una natura contenitore ideale dell’esistenza terrena dell’uomo da rispettare. Numerose sono le mostre personali : “Infinito Bianco”, Palazzo Lanfranchi, Matera, 2009 ; “La Barba e lo Specchio: pastelli”, Bari, 2011. Tra le rassegne: 54a Biennale di Venezia Padiglione italiano, Regione Basilicata; “Oleum. Tracce nei linguaggi del contemporaneo”, Museo FRAC , Baronissi; nel 2012 “Carte contemporanee: esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta”, Museo FRAC, Baronissi; 53° Premio internazionale Bice Bugatti Giovanni Segantini” Villa Vertua Masolo.. Nova Milanese, mentre nel 2013 è stato invitato al Premio Sulmona; del 2014 sono le ampie mostre antologiche presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Potenza e nella sala Carlo V di Castel Nuovo di Napoli.
Serena Gervasio