Madre è abbraccio, calore, guida, riferimento, sacralità, spiritualità. Travolta anch’essa dalle tempeste della vita, perché anche la roccia viene erosa dal mare.
Questi sono gli aspetti e i ritratti di madre delineati e tracciati dai colori, dai pennelli e dalle mani degli artisti presenti alla collettiva d'arte contemporanea curata dal Circolo culturale Gocce d’Autore a Potenza e in esposizione dal 12 al 31 maggio.
Quel sentimento, quell’amore e quel legame che si materializzano sulla tela, prendono forma e rimandano all’osservatore quel fluido emozionale con il quale ognuno, con le tinte dell’anima, dipinge il ritratto della propria madre.
L’esposizione è articolata in tre sezioni. La prima affronta il concetto spirituale e mistico di madre e comprende le opere di Lucia Coviello, Mina Larocca, Daniela Chiazzolla, Giuseppe Toscano. La seconda sviluppa il tema della mater contemporanea con le tele di Emanuela Calabrese, Gaetana Pecchia, Anna Troyli, Gaetano Ligrani, Giuseppe Miglionico e la scultura di Antonella Rubertone. La terza sezione racconta il sentimento tormentato di madre attraverso le opere pittoriche di Carlos Marmolejo Mesa, Canio Franculli e la scultura di Francesco Mestria.
Lucia Coviello
Descrive con la sua pittura una figura di donna vestita di bianco, essenziale, sola e lo sguardo si concentra soltanto su di essa. Ci porta in una immagine di madre onirica, indietro nel tempo, tra lo spirituale e il reale, un’immagine antica come a suggerirne l’eterna essenza di madre. La presenza perenne dentro ognuno.
Mina Larocca
Presenta il concetto di madre nella sua sacralità, madre sacra origine del mondo, accentratrice di vita, collante della famiglia progetto di vita. Dipinge il vero e proprio spirito della vita attraverso un icona sacra, riproduce con intensa maestria un dipinto di Raffaello “La Madonna della rosa".
Daniela Chiazzolla
Ci propone una immagine ancestrale di madre. La sua pittura delicata nella stesura vuole trasmettere quel momento dolce, intenso e altrettanto delicato tra madre e figlio nel momento dell’allattamento. Quel rapporto diretto, all’unisono, dove l’emozione ferma il tempo. Il tutto protetto dall’alone leggero dello spirito.
Giuseppe Toscano
Concentra i suoi colori e i suoi tratti su un’icona universale. Egli riporta con sapiente maestria un’emozione di un volto di un sorriso e di uno sguardo. Quel volto a tutti noi noto come filtro del bene universale. I suoi pennelli sfidano questa emozione e ne esaltano l’intensità e lo spirito di Madre Teresa di Calcutta.
Emanuela Calabrese
Concentra il concetto di madre attraverso l’essenza donna nella sua metamorfosi di vita. Dipinge la stessa donna in due figure diverse come proiezione della stessa in due fasi della vita quella di ragazza, di donna e di madre che sarà, fasi collegate, connesse simboleggiate dal fondersi e dall’intreccio dei capelli. Ma nello stesso tempo distaccate, nella contemplazione e nella visione del futuro.
Gaetana Pecchia
In tratti essenziali attraverso un’espressione pittorica simbolista, l’artista traduce l’essenza di madre in una immagine iconografica. Evidenziando simbolicamente quel potere di madre, fonte di vita, procreatrice. Origine e centro del mondo in un gesto di protezione istintivo materno.
Anna Troyli
Madre austera con lo sguardo e la presa sicura, Anna Troyli dipinge la figura di madre nel suo aspetto rassicurante ma con un’espressione malinconica latente delicata come è delicato il colore con cui la dipinge. Nell’opera sono racchiusi espressivamente il sentimento rassicurante della madre nella sua postura eretta e nel suo abbraccio saldo, lo sguardo nel profondo come a guardare il futuro. In contrapposizione si evince una delicatezza espressa attraverso la stesura del colore e i motivi floreali che esprimono la freschezza, la purezza della natura. Un’espressione universale di madre della natura.
Gaetano Ligrani
In un’espressione di stile metafisico, Gaetano Ligrani traduce in colori e forme essenziali tutta l‘intensità e il calore di un abbraccio di madre. Pare sentirne il calore del fiato e la leggera stretta dell’abbraccio. Le stesse tonalità dei colori traducono l‘atmosfera calorosa e intensa del momento.
Giuseppe Miglionico
Madre sempre, nella gioia nel dolore, nelle avversità della vita e nella povertà. Madre punto fermo della vita, roccia che non si consuma. Questo è il messaggio di Miglionico nel suo dipinto materico dove la materia è vibrante tanto quanto l’intensità espressiva del momento che trasuda dai colori.
Canio Franculli
Ogni figlio ha una madre ed ogni madre è figlia di una madre. Questo concetto “molecolare” infinito che ci propone Franculli ci fa riflettere sulla essenza della vita e che tutti potremmo avere una madre o un figlio da piangere e al cospetto dell’umanità siamo tutti uguali non c’è politica nè sentimento avverso contro una legge umana. Egli ci propone un blu intenso profondo come quello del mare, platea di tragedie umane dove figli, madri annegano in una speranza strozzata nell inganno e nell’indifferenza. In quel tragico mare, sebbene con un blu affascinante intenso e profondo, sagome umane si confondono nelle increspature del colore e nei suoi mille tagli riportando l’idea di un dramma che si confonde tra le tragedie della vita e che contorna quel viso di donna, madre, figlia, nella sua sofferenza dignitosa.
Carlos Marmolejo Mesa
Artista e musicista colombiano, rivolge il suo pensiero di madre alla terra. Una terra con i suoi figli dove non ci sono differenze di genere e di colore, una madre sofferente che offre ai suoi figli la bellezza. Ma come ogni figlio a volte irriconoscente le reca sofferenza, così lei perdona rigenerando il suo amore inseparabile come il mare che si congiunge alla terra con la palpitante carezza delle onde che lambiscono la riva.
Francesco Mestria
Scultura molto suggestiva, scenografica, con una forte potenza comunicativa. L‘artista si ispira alla triste vicenda di Cogne lanciando un messaggio di un aspetto tormentato di madre. In questa opera non è rappresentato l’abbraccio, l’amore spontaneo e naturale tra madre e figlio, sebbene le figure tendono le braccia ma non trovandosi. Denota uno smarrimento di un amore nonostante sia presente nell’anima della madre, indelebile, ma forse tanto forte da oltrepassarlo nella tragedia. Il figlio cerca la mamma che c’è, ma non c’è, tende la mano ma gira la testa. Una lettura drammatica di un amore tormentato.
Antonella Rubertone
L’artista ci propone una scultura con un’impronta che ci riporta all’antica Grecia, un’icona che soffia un vento di storia. Una madre in gestazione sembra godersi quella creatura che ha in grembo nel silenzio della natura ed è come se essa stessa fosse parte integrante di quella natura. Natura è la vita che si porta in grembo, istinto materno di protezione sono le sue mani ancor prima della luce che verrà. Una scultura in raku, una tecnica antica e pertanto complessa nella sua procedura. L’artista ha saputo creare effetti sorprendenti dando all’immagine di madre quel tono di terra che plasma e crea. E una spirale avvolgente circonda la scultura in raku come la spirale della vita.
di Pasquale Palese