Apr 19, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

La luce della cultura speranza per i detenuti di Poggioreale In evidenza

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Teatro San Carlo, Napoli

Credits: Giuliano Romano

Si è concluso da poco il progetto di laboratori e di attività didattiche per i detenuti della Casa Circondariale G. Salvia di Napoli – Poggioreale. Un’attività svolta grazie al protocollo di intesa siglato tra la Fondazione San Carlo della città partenopea e il carcere di Poggioreale. Se nella vita, non sono sempre le note giuste a farci compagnia, non lo sono neanche i giudizi e i pregiudizi. Ed il teatro, come la musica, unisce differenze laddove sembrano essere insormontabili e laddove, ciò che sembra impossibile, diventa armonia.

 

Per i giovani detenuti, i corsi di formazione specialistica legati ai mestieri del palcoscenico, hanno rappresentato una luce in un luogo millenario, dove la storia della cultura del nostro paese si incontra con i colori e le melodie che, solo Napoli, con il suo grande cuore, è capace di regalarci. Corsi di formazione guidati da personale qualificato proprio dal lirico di Napoli. In particolare, sono stati attivati corsi per i profili professionali di Elettricista, Macchinista, Attrezzista, Sarto teatrale, Addetto alle attività amministrative, ciascuno della durata di 200 ore.

Può l’arte, la cultura, la musica, rappresentare un segno ma anche un sogno di speranza per chi, nella e della propria vita ha deciso di fare scelte diverse? La risposta è si! Infatti, nel mese di novembre dello scorso anno, la Chiesa della Casa Circondariale di Poggioreale si è trasformata in palcoscenico. I detenuti hanno portato in scena: “Cavalleria” spettacolo teatrale a cura del Maestro Carlo Morelli.

«L’effetto positivo delle attività culturali per il recupero dei detenuti ed il loro reinserimento nella società è ormai universalmente riconosciuto, per questo sono particolarmente felice che due istituzioni cittadine come il Teatro San Carlo e la Casa Circondariale G. Salvia lavorino insieme a progetti di inclusione che favoriscono non solo il reintegro dei detenuti stessi ma che hanno una più ampia ricaduta sul bene della società», così il Sovrintendente del Teatro di San Carlo Stéphane Lissner.

Il teatro come riscoperta delle proprie capacità e sensibilità personali che questo progetto ha saputo evidenziare senza timore, senza perplessità ma consapevole dell’importanza che simili progetti rivestono non solo per coloro ai quali sono rivolti ma per una società tutta, che, molto spesso, è distratta da situazioni che sembrano non appartenerci. Eppure rappresentano lo sviluppo morale, civile e culturale di un’intera società.

Mi piace pensare che il suono delle porte del carcere che si chiudono ogni sera abbia un suono diverso per questi detenuti che hanno avuto la fortuna di partecipare a questo progetto e di andare in scena. Mi piace pensare che per loro, la musica ed il teatro siano diventati la luce del sole che si riflette nelle stradine e che irradia gli scorci più belli di una città capace di emozionare e di emozionarsi. Mi piace pensare che per queste persone, questa esperienza, sia stata la riscoperta della propria anima e non per poche ore o per pochi giorni…

E ancora una volta, mi piace pensare che la nostra arte (in senso generale) sia la vera anima di questo nostro meraviglioso paese.

Domenico Ciancio

Domenico Ciancio

Un incompreso lucano, italiano, europeo. Della mia passione, la comunicazione, ne provo a fare il mio mestiere. Con i proventi della mia prima passione alimento le mie tante altre passioni: viaggiare, leggere, ascoltare musica, golf, formula 1, mangiare e sorridere con le persone che amo e che incontro nella mia vita.

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