una settimana di ottobre
un anno di luglio
un mese di febbraio».
Jacques Prévert
Ed è vero. La primavera è un cenno, un movimento in levare, un palpito. Il tempo di un’apparizione, il manifesto della sua immensa bellezza. Corre veloce, sui prati che ha prima riempito di colori e di profumi, vola saltellando di campo in campo, di vita in vita e dove posa il suo piede tutto fiorisce.
Anche la musica non riesce a fermarla, la rincorre, si alimenta per il tempo di un arpeggio e poi va. Ma la celebra, la celebra come l’apoteosi della leggerezza, della levità, della libertà. Un anelito cui tendiamo in questo lungo periodo di angosce e timori. Abbiamo bisogno di rinascere, di affacciarci a nuove primavere, di rasserenarci, di essere di nuovo operativi. Abbiamo bisogno di tornare ad amare e ad amare la vita.
Io ho provato a cogliere tutte le sfumature della primavera con il mio pianoforte, e nel farlo l’ho rincorsa sentendo il suo alito fresco sul mio viso. Ho seguito le mie mani che d’istinto hanno preso a viaggiare sulla tastiera, lasciandomi trasportare in una dimensione lontana e libera, finalmente libera.
Buon ascolto!
Toni de Giorgi