Credo che coloro che appartengono a quest’ultima categoria abbiano saputo meglio credere in sé stessi e siano riusciti a fare qualcosa che gli adulti non sarebbero mai stati capaci di fare, tanto per intenderci:
Mark Elliot Zuckerberg, 23 anni ha creato Facebook.
Shawn Fanning, 19 anni con l’amico crea Napster.
Giulio Deangeli, 25 anni medico, ingegnere, biotecnologo, (in 6 anni tre lauree con la media del 30 e lode), ricercatore malattie degenerative,
Poi arrivano le domande. Cosa dobbiamo aspettarci dai giovani? Speriamo tutto il contrario degli adulti! Ad ogni generazione di giovani viene sempre affidata una responsabilità come se loro siano la soluzione per la ricostruzione di un mondo.
Ogni generazione di giovani ha dovuto ricostruire un aspetto di cui i relativi adulti avevano trascurato o distrutto, ma se poi facciamo backward zoom sulla storia credo che oltre 5000 anni di civiltà non ci abbiano insegnato molto: sempre guerre, sempre ricostruzioni e di nuovo catastrofi e ricostruzioni. Utilizziamo sempre gli stessi sistemi per rinascere, il reset è sempre uguale, invece spero molto che la futura gioventù veda le cose diversamente, probabilmente se potessero vivere solo con energie rinnovabili riuscirebbero a vedere soluzioni diverse ed opportunità diverse. Solo per esempio.
La storia dovrebbe insegnare tutto quello da non rifare, il passato dovrebbe sempre essere qualcosa che abbiamo in più [insegnamento] e non che non abbiamo più [memoria] di Woody Allen.
Ma spero anche che la futura gioventù sfidi le regole, abbia immaginazione come un tipetto che negli anni quaranta ha risolto alcune anomalie di fisica dell’epoca con nuovi postulati, ovviamente incompatibili con le teorie che vigevano nel mondo della scienza e radicate nel senso comune, che hanno imposto all’intera umanità di dover rivisitare parte della conoscenza acquisita, si chiamava Albert e diceva: «I giovani dovrebbero sempre avere l’immaginazione che è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo». Di cognome faceva Einstein.
Credo che i ricambi generazionali non avvengono mai quando i grandi lasciano spazio ai più piccoli, ma nel momento in cui questi ultimi avanzano senza chiedere permesso. Ovviamente questo accade quando “il gioco” non è truccato.
Alla fin fine la gioventù è “Una parte della vita di ognuno di noi in cui l'orizzonte è infinito, il tempo però inesorabile definisce limiti e parti, ma la cosa bella è che questo tempo che sembra oggettivo poi dentro di noi è soggettivo”. Ma quando l’immaginazione si fa spazio in noi ecco che l’essere umano esercita il suo dominio anche sul quinto elemento: il Tempo. L’adulto può far parte della Gioventù e la Gioventù entra nella storia. È sempre e solo il tempo a determinarlo, il VoStRo. Per aspera sic itur ad astra!
Vito Coviello Dacorsa