Apr 19, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023
Virginia Cortese

Virginia Cortese

Giornalista pubblicista

Appassionata e onnivora lettrice

Considero i libri come finestre sulla vita, da aprire costantemente per imparare come comportarsi sulle strade del mondo.

I miei libri guida sono La Nausea di Sartre, Amore Liquido di Bauman e Il Libro del riso e dell’oblio di Kundera.

Mi piace contemplare e vivere il Bello, perché sono convinta che sia davvero l’antidoto al male. Adoro l’arte, la corrente espressionistica è senza dubbio quella che mi rappresenta in modo totale, il mio quadro del cuore è Notte Stellata sul Rodano di Van Gogh.

Una visione romantica e di prospettiva sulle cose non può esulare dal ri-conoscersi in un’opera lirica, la mia è La Bohème di Puccini.

...originaria non è la relazione anima e corpo, ma la relazione corpo-mondo. (…) Questa intenzionalità del corpo umano, questa sua originaria apertura al mondo, questo suo es-porsi e attendere dal mondo indicazione per sé, è attestato innanzitutto dalla struttura anatomica. Noi siamo eretti non per la meccanica dello scheletro o per la regolazione nervosa del tono (queste sono piuttosto conseguenze, non cause), ma perché siamo impegnati in un mondo; come questo impegno viene meno, il corpo si abbandona, quotidianamente nel sonno, e alla fine nella morte, dove diviene oggetto puro, cosa tra le cose, immobilità non gesto, silenzio non parola. La sua trascendenza non è come quella della ragione scientifica, ma è nel suo essere destinato a un mondo che non abbraccia né possiede, ma verso cui non cessa di dirigersi e di progettarsi”.

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Sono davvero numerose le primavere che abitano nella ultima pubblicazione della scrittrice cilena Isabel Allende (Feltrinelli editori), dal titolo “Donne dell’anima mia”. Una ricostruzione ironica, leggera ma sempre vera di un percorso di esistenze, quella della bambina, della ragazza, della donna, che ha codificato nel proprio Dna, un femminismo così sfacciato da risultare un inno gioioso alla libertà. E contestualmente alla bellezza.

Ma c’è anche un universo di uomini e di donne, in questa storia di cambiamento, nella quale si inverte ostinatamente un dominio machista e patriarcale in una ratio femminile, che esalta la visione delle donne, e delle donne dell’anima.

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La mappatura di un silenzio

  • Feb 16, 2021
  • Pubblicato in Leggere

Troppo spesso, trovandoci dinnanzi a interrogativi esistenziali (che hanno una casa in viaggi di vite, in percorsi con specifiche mappe), ci si accorge che persiste un confronto fin troppo serrato con la espressa capacità umana di comunicare, attraverso parole, suoni, gesti sonori, voluminose e chiassose interferenze verbali che ci escludono, automaticamente, da un potere che può anche rivelarsi assoluto. Mi riferisco al silenzio.

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Percorsi: come immaginiamo la nuova strada per giungere alla nostra meta?

«Il luogo in cui speriamo di atterrare è un “lì” cui abbiamo pensato poco, e di cui sappiamo ancor meno. Sarà la non familiarità del luogo a procurarci sollievo (…). Il volo non sembrerebbe tuttavia una fuga se non fosse per la fiducia – che si esprime talvolta in un’utopia visionaria, ma più spesso immagazzinata in quel ventoso passaggio che separa/collega la paura – che esista un luogo in cui le rovine non si accumulano, in cui ciò che è intero non si infrange, mentre ciò che è stato infranto può essere ricomposto. Questo luogo è il futuro; per lo meno, questo luogo non è da nessun’altra parte». Zygmunt Bauman ne “Le sfide dell’etica” (Feltrinelli Saggi).

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È innegabile che si stia sfiorando una sfera del tutto intima.

La gestione della meraviglia è un fatto umano.

La si ha, e resta impressa come un corredo genetico del quale non si riesce a decifrare nel vivere quotidiano un’impronta visibile, dai precisi contorni sensoriali, ma che regola istinti, inclinazioni, gesti, preferenze. Scelte.

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