Apr 20, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Non vivere invano la tua vita

Pubblicato in Editoriale
Letto 1762 volte

editoriale 1

Avevo pensato di scrivere un editoriale diverso da quello che poi ho stilato. Volevo raccontarvi della soddisfazione di questo secondo anno di vita della rivista, dell’aumento vertiginoso delle visualizzazioni (oltre 3 milioni), dei nuovi contatti conquistati, dei numerosi argomenti trattati, della nascita di nuove rubriche, dell’evoluzione del nostro progetto, della nuova veste grafica. Volevo raccontarvi di come questa esperienza abbia contribuito a cementare l’amicizia tra i componenti della redazione, di come abbia aiutato ciascuno di noi a crescere emotivamente e professionalmente. Volevo raccontarvi ciò che si prova a veder crescere la propria creatura, giorno per giorno, dai primi suoni incerti ai primi timidi passi, e della tenacia che si deve avere per aspettare che, una volta adulta, la creatura impari a muoversi da sola. Ecco, stavo per scrivere di questo e dell’estate che ci aspetta con i suoi festival e le sue rassegne. Dell’imbarazzo della scelta nell’individuare luoghi ed eventi dove trascorrere ore piacevoli ed interessanti. E mi volevo accomiatare dai nostri lettori, prima della pausa agostana che riguarderà anche la redazione di goccedautore.it, augurando loro un’estate ricca di letture, di musica e di arte.

Ma poi sono piovute le drammatiche notizie. Ed è lutto. E’ morte. Non posso, non riesco, non mi va di offendere in alcuna misura la memoria delle vittime cadute in questi giorni né dei loro familiari, ai quali nessuna parola più potrà assorbire il dolore che ha squarciato per sempre le loro vite. Man mano che passano le ore sentiamo il macabro aggiornamento sul numero dei cadaveri e dei feriti rinvenuti nelle stragi di Andria e di Nizza. Tra loro tanti bambini, povere creature innocenti che le loro mamme e i loro papà non potranno più veder crescere. Neanche più sognare. Perché la crudeltà uccide anche i sogni.

Chi lo dice ora a quelle mamme che è finito per loro il tempo di lamentarsi perché i loro piccoli non vogliono lavarsi i denti, o fanno i capricci perché vogliono guardare ancora un po’ di televisione, o si rifiutano di fare i compiti, o fingono un mal di pancia perché non hanno voglia di andare a scuola? Chi dirà a queste mamme che per loro è finito il tempo di stancarsi a lavare i grembiulini da cui i colori non vanno più via, di fare le corse la mattina per accompagnarli in orario alle lezioni, di scappare a preparare il pranzo per far trovare già tutto pronto, di lambiccarsi il cervello per far trovare loro il piatto preferito? E chi dirà a queste povere Madonne di non perdere più il sonno quando ai loro piccoli non scende la febbre e hanno le guance bollenti, o sono sconfortati perché i loro compagni li hanno presi di mira e si sentono esclusi da tutti e non vogliono più uscire? Chi dirà a queste mamme che l’ultimo compleanno che hanno festeggiato era davvero l’ultimo?

E ai papà chi avrà il coraggio di dire che è inutile aspettare, non potranno mai più diventare i confidenti dei loro figli, né potranno compiacersi dei primi baffetti sotto il naso, né della voce che avranno a 14 anni? Ai papà chi comunicherà che la casa che hanno acquistato con un mutuo di trent’anni non andrà al figlio ormai morto? O che non potrà più essere il custode dei suoi segreti? Chi dirà ai papà che è inutile continuare a mettere da parte i suoi risparmi, tanto non potrà più acquistargli il primo motorino o la prima macchina?

Faccio appello a tutti noi. Non possiamo fare molto, lo so, non possiamo far tornare indietro le lancette dell’orologio per avvisare queste mamme e questi papà di andare lontano con i loro figli dal luogo della tragedia. Non possiamo riportare in vita queste meravigliose creature spazzate via dalla follia e dalla incuria. Possiamo forse fare una preghiera, non so, perché il dolore di questi genitori si affievolisca col tempo, perché trovino una nuova ragione di vita, perché i loro angeli li proteggano dal luogo in cui ora si trovano. “Non vivere invano la tua vita”, ce lo comanda Dio e per chi non è cattolico cristiano il dettame ha senso comunque. Cari e dolci mamme e papà, una volta scrivendo una preghiera a Gesù Bambino dissi: “il buio annuncia l’inizio di una nuova raffigurazione: il sorgere delle stelle. Io mi incanto a fissarle. Sono come le tue parole, Signore, esse non tramontano mai”. Ci rivediamo a settembre.

Eva Bonitatibus

Eva Bonitatibus

Giornalista pubblicista

I libri sono la mia perdizione. Amo ascoltare le storie e amo scriverle. Ma il mio sguardo curioso si rivolge ovunque, purché attinga bellezza e raffinatezza.

La musica è il mio alveo, l’arte la mia prospettiva, la danza il mio riferimento. Inguaribile sognatrice, penso ancora che arriverà un domani…

Altro in questa categoria: La cultura abiti gli spazi urbani! »