Mar 28, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023

Spargendo gemme: collettiva di pittura

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Tra le iniziative in corso al Circolo Culturale “Gocce d’autore” sta avendo luogo la mostra collettiva di pittura “Spargendo gemme”. Inaugurata lo scorso 4 novembre alla presenza di tutti gli artisti partecipanti, l’esposizione resterà aperta fino al prossimo 24 novembre.

 

Il salone del circolo in questi giorni si fregia appunto di gemme di colore e di arte. Un’ondata di colori nelle varie espressioni artistiche come vari sono gli artisti che hanno dato vita a questo trasporto di colori di forme d’arte. Un trasporto che sfocia in dimensioni variegate e che si avverte soffermandosi su ogni opera in mostra. Come nell’informale di Dino Ventura e Luigi Marchese, attraverso incastri di segni e di colori contrapposti, materici che si autosostengono in un armonia di insieme che cattura la sensibilità della percezione del colore e delle forme.

 

Ventura

I colori si esaltano l’un l’altro ed è proprio l’accostamento di toni e sfumature che provoca un viaggio visivo che percorre ogni segno, ogni zona, come ad osservare una microtela nella tela stessa. Percorrendo il perimetro del salone, lungo la parete artistica, ci si accorge di entrare in una altra dimensione: quella di Enzo Bomba.

una dimensione caghalliana di forme sospese, oniriche, dislocate senza gravità ma meravigliosamente correlate dai mille segni in un universo di colore. Le figure di Bomba sovvertono ogni canone, rivoluzionandole in forme riconducibili all‘infanzia ma particolarmente complesse. Nella densità del colore esse vivono tra loro in una staticità improbabile e sembrano in continuo movimento.

Bomba (Small)

Continuando il percorso entriamo ancora in una realtà post-moderna che ci porta a collegarci con la mente all’arte pop del grande Andy Warhol con Susy Palamone che pur usando una tecnica post-moderna, traspare per accostamenti calibrati di colore, una figura di sapore antico contrastante con lo stesso orientamento della tecnica. L’artista ha saputo conciliare due elementi contrastanti restituendo sia al soggetto rappresentato, sia al metodo usato, il proprio valore intrinseco.

Non ricorre, gioco-forza, a un soggetto di identità moderna per avvalorare la tecnica nella sua essenza e contemporaneamente non ha tolto, attraverso la tecnica post- moderna, l’imprimitura antica e romantica del soggetto rappresentato, ossia un vincolo storico.

Palomone

Facendo ancora un passo e poi altri due, ci immergiamo in un cosmo di colori, di segni, a volte taglienti, rapidi, di un fresco e innovato istinto, a volte morbidi, tradotti in soluzioni floreali dove si percepisce il movimento, la trasformazione della natura. Una natura che attraverso i segni e i colpi di pennelli ci trasmette il suo essere viva, il suo mutamento, il suo passaggio, quasi a suggerirci la caducità dell’attimo per ammirarla prima della sua trasformazione. Peppe Oklit ferma il movimento del vento, Cesare Fazio fa dominare la leggerezza floreale sulla staticità e sulla solidità degli oggetti.

(Oklit – Fazio)

Imponente lo sguardo che domina il salone nell’immagine di ragazza al centro di una parete tra le due balconate che affacciano sulla via principale della città. E’ il dipinto di Lucia Bonelli, un’opera monocromatica che si fa gioco della luce attraverso le tonalità di una terra d’ombra.

Ai margini dell’immagine il colore libero quasi ad esprimere l’arbitrio e la dinamicità della giovane donna e nella centralità della tela le cromie si fanno via via più intensa definendo i tratti incisivi di un volto giovane in un’espressione rilassata ma con lo sguardo interrogativo, stato attuale dei giovani contemporanei. Un messaggio forte come forte è la fisicità dell’opera.

Bonelli (Small)

Sull’onda del pensiero e della riflessione continuiamo il giro della sala e impattiamo nel dipinto di Pasquale Palese. Qui entriamo in una dimensione surreale, onirica, troviamo impresso sulla tela un volto in contemplazione, introspettivo, composto da pezzi come in un puzzle, da cui fuoriescono pagine di un vecchio libro ingiallito e pagine volanti sullo sfondo scuro.

L’immagine ci invita a riflettere sulla propria vita interpretata da pagine avvizzite, da parole dette e non dette, impresse sulle tracce del passato. L’uomo è dunque fatto di tanti pezzi del passato su cui si proietta il futuro.

(Pavese)

Un suono ci cattura ed è quello di un trombettista. Sulla scia della contemplazione è come se udissimo note pacate di un trombettista jazz solitario, note calde come caldi sono i toni dell’opera di Franco Corbisiero. Un’immagine dall’atmosfera avvolgente che sembra suonare una melodia nostalgica di un amore passato. Il colore intenso e caldo che materializza la figura è attraversato da linee sinuose, rapide come il flusso della musica inafferrabile.

Corbisiero (Small)

Siamo entrati in una atmosfera di romanticismo e dalle note ci immergiamo in meravigliose

tonalità di verde di un giardino fiorito, spaccato soltanto da un contrastante bianco dell’abito d’epoca di una donna. Si respirano profumi di un tempo quando le giornate erano più lunghe e alla vita si dava più un senso spirituale, quando la natura era l’elemento d’ispirazione dei poeti e degli artisti.... Ma!...un attimo...ma questo è Monet!?...No, non è lui, ma una attenta e abile e precisa riproduzione dell’artista Giusy Viscardi che ci restituisce e ci inebria della visione di uno dei pilastri mondiali dell’impressionismo, Monet per l’appunto (Donna in giardino). Ogni fiore, ogni foglia meticolosamente messa al suo posto con l’intensità del colore rinnovato dalla sua vita antica.

Viscardi

Spostando lo sguardo di qualche centimetro in avanti non ci discostiamo da una dimensione romantica, si cambia soltanto scena, e come in una macchina del tempo viaggiamo nel cosmo del passato. La tela di Katia Stain ci propone, come in una foto antica, una posa di una mamma con il figlio in abiti d’epoca, ci trasferisce quel messaggio di amore indelebile che ci accompagna fino alla fine dei nostri giorni.

Colori caldi di rossi predominanti di un intensità che ci riporta alle tonalità modiglianesche, tratti essenziali e di incisivo impatto. Figure statiche con poca gravità, lievi nello scenario come può essere lieve e delicata una carezza e l’amore di una madre.

Stain

Il passato non ci lascia nemmeno se avanziamo il nostro passo dove poter scorgere il dipinto di Michele Barbaro, una tela di piccole dimensioni ma di una prospettiva sconfinata, profonda, che fuoriesce dai margini della tela e ci proietta in una strada metropolitana newyorkese dell’epoca del proibizionismo. Sembra di sentire le note della colonna sonora del film “C’era una volta l’America”.

Con un’automobile d’epoca in una larga strada marginata da grattacieli, l’artista ci catapulta in un monocromatismo tipico che ci restituisce la fredda architettura delle megalopoli, ma c’è sempre un orizzonte in fondo alla fredda prospettiva, un orizzonte chiaro, luminoso, che ci indica quasi la direzione della luce, il bisogno della speranza.

Barbaro (Small)

In contrapposizione a una piccola ma intensa dimensione, ci fermiamo a guardare il dipinto di Nicola Beccasio. Dal romanticismo passiamo ad un’arte concettuale seppure dotata di un figurativo labile, una morbida e trasparente figura di un bimbo in grembo, delicata in contrapposizione alle forme geometriche, incastrate, labirintiche. Il labirinto della vita, gli incastri degli eventi, le insidie della vita. Seppure armoniosamente invischiate, tra queste forme si scorge sempre una strada, quella della spiritualità che sfocia nell’origine della vita stessa.

Beccasio (Small)

Dipanando il filo di Arianna, è lì ad attenderci un’altra scena enigmatica interrogativa. Siamo di fronte al dipinto di Marilena Trisolini, un quadro dal forte impatto comunicativo e figurativo che ci pone un messaggio introspettivo.

C’è un flusso Magrittiano che ci pervade e una originalità che contraddistingue l’opera sia nel messaggio che nell’esecuzione della donna nella sua nudità. Si tratta di nudità dell’anima e di nudità epidermica attorniata da rose con petali spiegati, come un’apertura alla vita e a nuove emozioni. Ma come nella rosa c’è il bello e c’è il dolore, così nella vita   c’è gioia e sofferenza. Il viso nascosto dalla benda presagisce il buio. Il buio, una condizione inerme dove si ascolta la propria anima isolandosi dal mondo esterno.

Ciò che di esterno scorgiamo nel forte impatto della figura dipinta è la rosa trattenuta tra le labbra come fossero parole non dette o parole che vorrebbero uscire, sintomo di un desiderio di comunicazione che è ingabbiato nella mente e nell’anima.

Trisolini

Da un surrealismo enigmatico ci soffermiamo su di un surrealismo “ironico” con un messaggio pungente del dipinto di Antonio Caramia. Un impianto vignettistico che ci racconta una sintesi sconcertante: il tema della giustizia attuale. L’artista invita ad una riflessione sullo stato sociale in maniera leggera ma pur forte e incisiva nel messaggio comunicativo. Il dipinto denota una forte capacità espressiva dell’artista sebbene lo stesso dipinto esca un po’ fuori dal carattere artistico riconoscibile del Caramia autore di un surrealismo autentico e di forte impatto.

Caramia (Small)

Con il tema denuncia si esprime infine anche Michele Danzi con un suggestivo bassorilievo che racconta il dramma degli immigrati. Egli assolve la tematica in un’immagine essenziale ediretta, dal forte impatto riflessivo, immortalando e materializzando due mani tese, di poco distanti, nelle onde di un mare spettatore e protagonista di tragedie umane. L’opera è essenziale nelle forme e nei colori, specchio di una realtà chiara e senza preamboli.

Danzi

Pasquale Palese

Pasquale Palese

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