Ma capovolgiamo il cono prospettico e chiediamoci cos’altro è l’armonia se non il modo con cui la nostra ricerca dell’ordine diventa imperante e illusoria di una perfezione esistente al di fuori dei contenuti mentali? se c’è una cosa che la filosofia e le neuroscienze hanno dimostrato è che non esiste alcun “ordine”. L’ordine è il modo con cui la struttura che ci compone cerca di tradursi nell’esperienza del mondo. Desideriamo a tutti i costi che certi schemi trovino riscontro anche nel mondo là fuori. L’armonia è la traduzione metafisica e teologica di quell’ordine che vorremmo fosse del mondo.
Michel Foucault nel celebre discorso al College De France, afferma che dobbiamo fare pace con l’idea secondo cui il mondo non sia fatto a somiglianza della nostra mente, e anche se per secoli abbiamo sperato che la nostra mente fosse un frattale dell’universo, l’evidenza quotidiana ci dimostra l’esatto opposto. La forza entropica, contraria dell’armonia, è sbadatamente considerata come la forza del disordine che “rovina i progetti della mente”.
Si discute sempre più insistentemente sull’armonia applicata all’idea di corpo. Quando Platone, in una pagina del Fedone, scrive «fino a quando abbiamo il corpo, e la nostra anima è mescolata con un siffatto malanno, noi non riusciremo mai a raggiungere ciò che desideriamo» afferma che il corpo è ostacolo della conoscenza. Al contrario Aristotele afferma che l’anima e il corpo costituiscono un’indissolubile articolazione sostanziale, vivente, di materia e di forma, di potenza e di atto, la quale consente, più che l’avere un corpo, l’essere un corpo. Ne Il corpo vissuto, Merleau-Ponty riconosce che «il corpo è il veicolo dell’essere al mondo, e per un vivente avere un corpo significa unirsi a un ambiente definito, confondersi con certi progetti e impegnarvisi continuamente» (p. 83). Il corpo vivo, localizzato al «centro» di quella che il filosofo Ortega y Gasset definirebbe la compresenza di uomo e mondo, l’apertura all’esperienza dello spazio circostante nel quale sono inclusi anche gli altri soggetti viventi. Un corpo inserito nella natura essendo esso stesso parte di quella natura. E allora perché vergognarci ancora dei corpi?
Se è di corpi senza illusioni di cui si sta parlando è inevitabile gettare lo sguardo sull’oggi. Corpo perfetto e armonico contro corpo-senza-maschere sono avversari agguerriti che ancora combattono sul ring dell’estetica contemporanea.
Accettare in modo armonico le proprie caratteristiche estetiche deriva non a caso dal livello di conferme ricevute dall’ambiente sociale. In particolare, il senso di adeguatezza o di rifiuto che si è interiorizzato nelle esperienze relazionali significative. Il condizionamento dei canoni e dei prototipi sociali coinvolge chiunque: maggiore è l’idea positiva di sé stessi e dunque la convinzione nelle proprie capacità, minore l’incidenza esercitata dai prototipi di adeguatezza estetica circostanti. Tramite l’immagine del proprio corpo, si cercano delle conferme personali, pericoloso è invece fare del corpo l’unico canale di comunicazione di sé all’Altro.
Ad essere bombardate da canoni estetici sono per di più le donne, che da sempre (e spero non per sempre), incarnano l’oggetto di desiderio maschile. Oggetto di desiderio che è perlopiù costrutto mentale che non aderisce alla realtà.
Ultimamente si sente spesso parlare di body shaming, ma cos'è e cosa significa riferita a corpi e bellezza estetica? Si tratta di giudicare le forme del corpo degli individui. Una tendenza a dir poco imbarazzante e inaccettabile per chiunque si permetta di praticarlo anche involontariamente. Il body shaming è un ciclone di commenti offensivi, sarcastici e velenosi, su chi si mostra “troppo grasso”, “troppo magro” o semplicemente ha un corpo che non corrisponde ai parametri imposti dalla società. La rete e i social aumentando la velocità di trasmissione delle offese rappresentano per tale argomento un campo minato. È una piaga del nuovo millennio e colpisce chiunque, da Rihanna e Vanessa Incontrada. Colpisce, di riflesso, tutte le donne e gli uomini che possono sentirsi bersaglio dei medesimi apprezzamenti. La colpa? Quella di non avere un corpo armonioso, ispirato alle bellezze greche, limpido, uniforme, proporzionato. Ma è reale? È questo che dovremmo chiederci, dovremmo s-velare il mistero della bellezza armoniosa e illusoria che attanaglia molteplici donne. Accettare la propria body shape senza vergogne è l’obiettivo delle nuove generazioni; il messaggio di Nietzsche non può che essere determinante in questo contesto, quello che ci spinge a superare l’Ultimo Uomo di Zarathustra e abbracciare la crudeltà del cosmo, il suo Eterno Ritorno, la sua insignificanza schiacciante, senza aver bisogno di un Dio, di un’Armonia Universale, di un Ordine Metafisico per sentirsi all’altezza di questa strana esistenza.
Prenditi cura del tuo corpo con costante fedeltà. L’anima deve vedere solo attraverso questi occhi, e se sono deboli, il mondo intero è annebbiato.
Johann Wolfgang von Goethe
Concetta Vaglio
Libri consigliati:
Il mito della bellezza di Naomi Wolf (Autore), Maura Gancitano (a cura di), Jennifer Guerra (a cura di), Marisa Castino Bado (Traduttore)
Video consigliato:
Billie Eilish ha condiviso uno short movie sulle sue piattaforme social ricordando la pericolosità del body shaming. Potete trovarlo a questo link: https://www.instagram.com/p/CAq4sYTl3We/?utm_source=ig_embed&ig_rid=e7b2ef2a-c868-4163-b2df-da2591f35741