Apr 18, 2024 Last Updated 9:23 AM, Dec 12, 2023
Eva Bonitatibus

Eva Bonitatibus

Giornalista pubblicista

I libri sono la mia perdizione. Amo ascoltare le storie e amo scriverle. Ma il mio sguardo curioso si rivolge ovunque, purché attinga bellezza e raffinatezza.

La musica è il mio alveo, l’arte la mia prospettiva, la danza il mio riferimento. Inguaribile sognatrice, penso ancora che arriverà un domani…

Il giallo dell’orso marsicano

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Sono quasi le cinque del mattino e un giovane giornalista affetto da insonnia passeggia per i vicoli di Napoli cercando di quietare la propria ansia. Sul più bello si trova davanti ad un orso marsicano disteso a pancia all’aria completamente immobile. Che sorpresa! Che ci fa un animale di tale dimensioni nei quartieri spagnoli? E soprattutto come ci è arrivato? E da dove? Dorme o è morto? E se è morto, chi lo ha ucciso? E perché? Un avvertimento di camorra? Un incidente? Il groviglio dei quesiti che si affastellano nella mente di Tony Perduto, questo il nome del cronista freelance, e dei lettori del giallo di Antonio Menna, giornalista napoletano anch’egli, intitolato Il mistero dell’orso marsicano ucciso come un boss ai quartieri spagnoli, Guanda editore, fa crescere la tensione. E il sonno è “perduto” per sempre.

E così il protagonista della storia si mette sulle tracce dell’orso cercando di sbrogliare l’intricata matassa. La sua curiosità, mista al desiderio dello scoop giornalistico, lo conduce ad esplorare ambienti e storie sconosciute della città. Si inabissa nella Napoli sotterranea e uno strano stupore accompagna la sua ispezione nei cunicoli bui della sottocittà. Viene a conoscenza di fatti di camorra del passato e si documenta sulla famiglia De Concito, un boss, un grande costruttore che tornò dall’America per dominare la vita economica di Napoli. Ora ci sono i suoi figli a mantenere la villa signorile fatta costruire dal padre John De Concito, una struttura imponente immersa in un parco nel quale una volta, si racconta, c’era anche una tigre. Esce fuori anche il nome di un altro camorrista, don Ciccio Martino, il boss dei mercati ortofrutticoli morto in carcere per tumore. Cosa c’entra questi personaggi con la morte dell’orso? Il giallo diventa noir e Tony si trasforma in un investigatore. E cominciano i suoi problemi.

scrivere ilgiallo2Aiutato da una amica di nome Marinella, forse qualcosa di più che una semplice amica, Tony si addentra nel mistero e scopre tante verità che lo conducono dritto dritto alla soluzione del crimine. Passando per lo zoo vicino Napoli e per il circo di Renato Orfeo in quei giorni in città, rischia la pelle e nonostante il motorino incendiato come forma di avvertimento, prosegue la sua ricerca. 

Il romanzo è divertente e i colpi di scena orchestrati sapientemente dall’autore riempiono le pagine di verve ed ironia. La descrizione dei personaggi che circondano la quotidianità del protagonista regalano affreschi di pura napoletanità. Non solo. Antonio Menna dipinge una città che non è solo quella della camorra che uccide e macchia di sangue le strade. E’ una Napoli dalle tante sfumature e dai suoni che ne riempiono le strade. E’ una città che sa raccontarsi, che ha il sapore delle tradizioni antiche, dei fatti che si passano di bocca in bocca, della vita consumata nei bassi. Dietro ogni personaggio c’è una storia che inevitabilmente va ad intrecciarsi con quella generale di una grande città. Si legge nei loro sguardi la genuinità, la sopportazione di una vita non al top, i sogni sfumati di gioventù. E si legge anche tanta determinazione, quella di Tony Perduto che non si arrende di fronte alla precarietà di un simile lavoro, alle umiliazioni inferte da una redazione classista, alla scarsa fiducia che di lui ha la madre, alle lezioni private a Carletto “capa ‘e puorco”.

La sua più grande consolazione è il mare. Sapere che è sempre lì ad aspettarlo e a consolarlo ogni volta che si affaccia dal terrazzo di casa. E con lui si confida. La grande e variegata umanità è probabilmente la reale protagonista del romanzo e, come avviene in ogni noir, il luogo diventa uno dei personaggi della storia. Il finale poi è una sorpresa nelle sorprese. Il lettore mai si aspetterebbe un simile epilogo, che ha una sua logica definita. scrivere ilgiallo3

Dunque, cosa ci fa un orso steso a quattro di bastoni in mezzo a via Speranzella ai quartieri Spagnoli di Napoli? Io lo so, anche Antonio Menna lo sa. Voi acquistate il libro se volete conoscere una delle storie più esilaranti e serie che abbia mai letto in questi ultimi giorni. E buon divertimento!

Eva Bonitatibus

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“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare, il verbo sognare…naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: Amami! Sogna! Leggi! Leggi! Ma insomma, leggi diamine, ti ordino di leggere! Sali in camera tua e leggi! Risultato? Niente.” (Daniel Pennac)

Dalla lettura alla scrittura il passo è breve. Basta saper ascoltare il proprio istinto e lasciarsi andare. Forse occorre uno stimolo in particolare, una spinta a provare, e la magia si compie. E’ puntuale. Lo abbiamo sperimentato in occasione della Giornata mondiale del libro il 23 aprile scorso con gli alunni di alcune scolaresche che hanno aderito alla nostra iniziativa a Potenza e partecipato con entusiasmo.

Ragazzi e ragazze provenienti da alcune scuole secondarie di secondo grado hanno accettato il nostro invito a giocare con la scrittura. Li abbiamo invogliati facendo scoprire loro quanto sia bello affidare i propri pensieri ad un foglio di carta e quanto sia liberatorio farsi guidare dalla musica e dall’arte. Letteratura musica e arte. Tre linguaggi, tre modi di esprimersi. Tre strumenti di comunicazione che si incontrano, si intrecciano, si scambiano i messaggi.

E tutto è sembrato immediatamente più facile. L’anima si è sciolta e la penna ha cominciato a correre. E a raccontare. ”Ero lì sola, in quella stanza vuota. Immobile, attonita, impaurita. Quell’orrendo sogno in cui ero capitata mi faceva paura, ero terrorizzata. Quella stanza vuota, bianca, di un bianco puro, incontaminato, il colore che rappresenta il silenzio, il freddo”. editoriale2

E’ solo l’incipit di uno dei racconti scaturiti da questo incontro che ha dimostrato ai ragazzi di 16 anni, senza presunzione alcuna, che i libri altro non sono che lo specchio dell’anima degli scrittori. Che su quelle pagine c’è tutta la loro vita, passata e presente e anche futura. Che attraverso le loro parole scritte si può inventare una nuova dimensione, essere altri uomini e altre donne, indossare nuovi abiti e vivere altri tempi. Insomma un gioco fantastico che apre le porte all’immaginazione e che sviluppa la creatività. Ci sono sicuramente regole da rispettare e tecniche da utilizzare, ma tutto parte da lì. Dalla capacità di ascoltare se stessi e di osservare il mondo circostante. E leggere i libri aiuta a liberarsi dei tanti condizionamenti che la quotidianità impone.

editoriale3Tutti i ragazzi partecipanti hanno scritto un racconto lasciandosi guidare dalle note della musica. Non è un miracolo quello che abbiamo fatto a Potenza, ma sicuramente abbiamo aperto uno spiraglio. I libri non sono oggetti noiosi da riporre sul comodino a prendere polvere. E soprattutto non va imposta la loro presenza e il loro utilizzo. Leggere non conosce imperativo…parola di Daniel Pennac!

 

Eva Bonitatibus    

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Il mare nelle note di Soldatini

dialogare Soldatini1Il suono del violoncello. E quello del mare e del vento. Poi l’immagine del silenzio e della pace. Una vibrazione che dalle corde dello strumento arriva fino a quelle dell’anima. Un incontro struggente ed emozionante quello con la musica del mare e con Roberto Soldatini, personalità straordinaria dalla cristallina sensibilità, avvenuto lo scorso 23 aprile in occasione della Giornata mondiale del libro organizzata dal Circolo culturale Gocce d’autore a Potenza. Il musicista, direttore d’orchestra e compositore ha dato alle stampe un bellissimo libro intitolato La musica del mare, edito da Nutrimenti, in cui racconta la sua scelta di mollare gli ormeggi e di andare a vivere da solo su una barca a vela, la sua Denecia. Un’esperienza di vita che gli ha insegnato a conoscere la vita e ad amarla profondamente. Un insegnamento sui veri valori cui dovrebbe anelare l’umanità. Un libro che è un tuffo nel meraviglioso mar Mediterraneo, un’immersione nei turbamenti dell’anima, un’esplorazione della musica più bella. In questa intervista Roberto Soldatini ci aiuta a capire le ragioni della sua scelta, parlandoci della capacità di convivere con la paura senza lasciarsi sopraffare da essa e del nuovo sguardo con cui ha imparato a guardare il mondo.   

Da dove nasce l'idea di mollare gli ormeggi e andare a vivere su una barca a vela?

Nasce da una combinazione di eventi, e da una serie di esigenze. Sono davvero tante, e raccontarle qui sarebbe un po' lungo. Infatti c’ho scritto un libro. Dietro questa scelta c’è in parte la natura nomade dell’uomo. Le obiezioni che Momo rivolse a Minerva per la casa che la dea aveva costruito erano che non l’aveva fatta mobile. E in quanto a mobilità, il senso di libertà che può dare una barca-casa difficilmente può essere eguagliato. Solo quando non hai una casa fissa tutto il mondo diventa tuo. Certo si può viaggiare con l’aereo, ma arrivare in un posto a migliaia di chilometri in un paio ore di volo non è come arrivarci in barca a vela: assapori tutte le sfumature delle diversità che si contrappongono, ti rendi conto delle distanze che copri e ne assapori ogni miglio. Treni veloci e aerei accorciano le distanze, ma accorciano anche la capacità di comprendere il mondo. Anche andare in albergo non è la stessa cosa: ovunque io vada ho la mia casa con me, non ne sento la mancanza. Quando parto per un viaggio non ho bisogno di fare le valigie. E’ sempre tutto con me. Ma in questo tipo di scelta c’è anche un desiderio di tornare all’essenziale. Ogni volta che ho fatto un trasloco mi sono accorto della quantità di cose inutili che si collezionano. Se si vuole riempire la vita bisogna prima svuotarla. Bisogna svuotare le tasche dei sassolini per riuscire a fare un salto. La nostra esistenza è sciupata in dettagli che l'appesantiscono: diventiamo schiavi e non più padroni delle cose e delle case. dialogare Soldatini2

Navigare da solo risponde ad un bisogno di fuga o al desiderio di ricerca?

Qualcuno ha scritto libri che tuonano un “Adesso basta”. Per me questa scelta non è una rottura con il mondo, anzi, è un andare alla sua ricerca. Ma anche alla ricerca di me stesso, degli altri, della vita.


Cosa cerchi nel silenzio del mare?

Nel silenzio cerco la musica. Non ci può essere musica senza il silenzio. Ma nel mare non c’è mai, il silenzio. C’è la musica del mare, con i suoi suoni, la sua polifonia armonia, il suo ritmo. Il suono del vento, quello che genera gonfiando le vele o facendo vibrare sartie e drizze, il suono delle onde che si frangono e quello dello scafo che le solca. 

Musica e Mare, stessa iniziale, stesso potere: condurti in viaggio con il corpo e con lo spirito. Qual è la musica del mare?

dialogare Soldatini3

E' la 'musica' che mi permette di maturare un'interpretazione, di correggere una rotta. Suonando, dirigendo, o componendo cerco di riprodurne l'essenza, in qualche maniera. 

Musica e scrittura. Una fusione perfetta nel rispetto dei tempi e del ritmo. Come nasce questo libro?

Nasce un po' per gioco e un po' per caso. Quando sono partito per la prima volta, senza esperienza, da un molo della Francia meridionale, in rotta per Istanbul, tutti i miei amici erano preoccupati per me, e mi avevano chiesto di mandare loro notizie costantemente. Così avevo cominciato a scrivere un diario di bordo. Miglio dopo miglio diventava una guida turistica, un portolano, un racconto d'avventura e di mare, una riflessione sulla musica, sui luoghi visitati e la loro storia, sulle persone incontrate, sulla vita. E' piaciuto a più di un editore, ma la scelta di Nutrimenti è stata vincente. E' un editore giovane, in crescita, con una squadra affiatata, e lavora molto bene, con coraggio, senza paura di rischiare. Come me.


Qual è il tuo rapporto con la paura? E con la solitudine? 

La paura scompare quando si è disposti a testare i propri limiti, e a tentare di superarli. E la solitudine è necessaria, per meditare, per crescere. Per capire cosa è vero e cosa no. Ma anche proprio per saper stare in compagnia, e dare il giusto valore alle amicizie, all'amore.

Dal centro del mare cosa apprezzi di più?

La forza della natura. La sua bellezza. E quello che mi insegna. 


Come è cambiata la tua vita, anche di musicista, da quando hai fatto questa scelta?

Ho migliorato il mio carattere, smussandone i difetti. Ho imparato tante cose. dialogare Soldatini4Come godere ciò che la vita mi regala, e a saper cogliere i cambiamenti che mi offre. Ho modificato il mio modo di interpretare la musica, cogliendone ogni particolare, ogni sfumatura, rallentando i tempi, così come ho rallentato la mia vita. In un epoca in cui tutti corrono, sempre più veloci, nella vita, come nella musica, trovo che sia molto importante rallentare.

Come è cambiato il modo di vedere la terraferma?

La vedo con altri occhi, che mi permettono di coglierne le peculiarità, ma anche le contraddizioni. E il ritorno è sempre traumatico, più che altro per l'inquinamento dei gas di scarico di macchine e motorini, Il palato mi brucia, mi viene la nausea, mi gira la testa. Insomma, per un po' di tempo sto male. Incredibile a cosa l'uomo si abitua, quale prezzo è disposto a pagare per un'apparente comodità. A volte, anzi spesso, con la morte. Nessuno che usi le biciclette, almeno ogni tanto, almeno quelle elettriche. E nel nostro paese si protesta ogni volta che un sindaco pedonalizza qualche strada. D’accordo, in alcuni casi non è stato concepito un sufficiente piano di circolazione alternativo. Ma gli italiani aspettano sempre che le trasformazioni arrivino dal cielo. Loro però non fanno niente perché le cose migliorino. Per ottenere un cambiamento bisogna rimboccarsi le maniche, e c’è un prezzo da pagare. Ecco perché la maggioranza preferisce lamentarsi, piuttosto che fare. dialogare Soldatini5

Cosa rappresenta per te la musica, la scrittura e il mare?

La musica è una delle professioni che ho sperimentato, che mi ha permesso di esplorare me stesso e il mondo che mi circonda. La scrittura mi permette, grazie anche a incontri stimolanti, come quello che si è svolto a "Gocce d'autore" qualche giorno fa, di confrontarmi con altre realtà, altri sogni. E il mare mette in relazione tutte queste cose.

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Eva Bonitatibus

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Giselle e Svetlana

  • Apr 25, 2015
  • Pubblicato in Cultura

perle Giselle

Giselle e Svetlana. Un’osmosi, un essere unico. La danzatrice e l’interprete che si fondono dando vita ad un’essenza. L’essenza, quella che è apparsa agli occhi di molti, quella incarnata dalla ballerina più brava di questo tempo, Svetlana Zacharova. Sabato 18 aprile al teatro San Carlo di Napoli sold out per lo spettacolo di balletto Giselle, la cui protagonista è stata appunto la grande danzatrice russa. Una serata che resterà alla storia per la sublime esecuzione ed interpretazione di Giselle in cui Svetlana non ha danzato, ma fluttuato nello spazio. Il suo corpo ha dominato il palcoscenico senza produrre il benché minimo rumore se non quello dello spostamento d’aria. Già, perché è essa stessa “aria”. E luce, quella che contiene anche nel suo nome (svet in russo significa “luce”) e che trasmette con la sua grazia. perle Giselle1

Il balletto in due atti racconta di una contadina, Giselle, che vive con la madre in un villaggio della Renania del Medioevo. Il suo ingresso sul palco è accolto da un lungo applauso e a stento il pubblico riesce a controllarsi. L’emozione è troppo grande. Le sue braccia lunghe e affusolate accompagnano i movimenti che lievi raccontano la storia della sventurata Giselle. E’ la stagione della vendemmia e nel pieno della festa fa il suo arrivo un principe vestito da popolano, Albrecht, che si diverte a corteggiare Giselle. Lei, che ne ignora le nobili origini, se ne innamora. Danzano e giocano allegramente, ma la madre di Giselle cerca di dissuaderla a causa delle caduche condizioni di salute della ragazza. L’arrivo della corte e della promessa sposa di Albrecht, la principessa Bathilde, viene salutato dalla ballerina con la famosa variazione eseguita con grande raffinatezza. Ma il nuovo ingresso rompe la gaiezza che aleggia sul villaggio. Il guardiacaccia innamorato di Giselle smentisce il falso popolano e svela la sua vera personalità. Giselle impazzisce e per il dolore muore.   

La scena della pazzia, suggellata dalla musica struggente, raggiunge picchi di autentica commozione e l’attesa per l’inizio del secondo atto è vibrante. Ciò che accade nel regno delle Villi fa salire le emozioni che si affastellano e si concentrano sulla tomba della povera sventurata. Myrtha, la regina delle Villi, è austera ed accoglie Giselle invitandola ad unirsi alle altre creature morte per amore. La scena delle Villi è toccante. Svetlana è a un metro sopra di loro. Il corpo di ballo danza, lei lo sovrasta. Nella sua imponenza è delicata, appare fragile eppure forte perle Giselle2 nei suoi développès e nei suoi panche arabesque che non finiscono mai. La perfezione delle linee è intatta anche quando esegue in pas des deux la serie di grand jetes per attraversare il palcoscenico. Oltre i 180 gradi, eppure il suo atterraggio è insonoro.    

Il pubblico in delirio ha acclamato la danzatrice che al termine del balletto ha fatto una decina di uscite con applausi che non si sono mai arrestati. Le luci dei cellulari per fotografare la divina sul proscenio sono stati uno spettacolo nello spettacolo. E la folla in attesa all’uscita degli artisti si è protratta per ore. Una fatica che si poteva affrontare pur di vedere da vicino il mito, la leggenda contemporanea della danza classica.perle Giselle3

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Continuo a leggere perché

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Finita la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore io continuo a leggere. Continuo a leggere e sempre leggerò perché i libri cementificano i saperi, coltivano le emozioni, suggellano le passioni. Ripongono sui ripiani degli scaffali tomi di speranza. Catturano nelle pagine le vite degli scrittori. Continuerò a leggere per tutti i viaggi che mi promettono, per le pause che mi prendo dalla realtà, per l’esercizio di fantasia che mi lasciano fare, per la possibilità di volare sulle ali dell’immaginazione. Io continuerò a leggere perché dopo aver incontrato scrittori del calibro di Massimo Carlotto e Roberto Soldatini, protagonisti della Giornata di Gocce d’autore, ho capito quanto sia bello entrare nelle loro esistenze attraverso i loro racconti. Generi letterari completamente diversi, l’uno il noir, l’altro il diario di bordo, che mi hanno catapultato nel giro di poche ore da una parte all’altra della mappa dei sentimenti. Due scrittori intorno ai quali si è riunita tanta gente, quella che da sempre li segue, quella che li ha scoperti per la prima volta. Condividere tutti insieme la loro scrittura, arte del comunicare se stessi e il mondo che ci circonda, è stata un’esperienza affascinante. Un conto è leggere nell’intimità della propria casa, altro è leggere pubblicamente in cui ciascuno manifesta il proprio pensiero, il proprio gradimento. E sia per Carlotto che per Soldatini l’indice di gradimento è stato molto alto. La banda degli amanti, edizioni e/o, ha decretato il ritorno di un grande personaggio uscito dalla penna di Carlotto vent’anni or sono, Marco Buratti, ossia l’Alligatore, e del criminale spietato Giorgio Pellegrini, anch’esso inventato dall’autore in altre sue storie. Con un colpo di crossover eccoli affrontarsi tra le pagine del noir che sta riscuotendo i più ampi consensi di lettori. editoriale Carlotto1 La musica del mare. La scelta di un direttore d’orchestra di mollare gli ormeggi, Nutrimenti mare, racconta invece la nuova vita di Roberto Soldatini, violoncellista e compositore, che ha deciso di abbandonare la terraferma per andare a vivere su una barca a vela. E’ lì sopra, in mezzo al mare e immerso nel silenzio, che compone le sue melodie più belle. Riproduce la musica del mare con il suo violoncello e racconta episodi che hanno dell’incredibile.editoriale Soldatini Due libri in due giorni. Due viaggi i due giorni. Senza spendere nulla, ma arricchendo la propria anima di sensazioni straordinarie.Io dunque continuo a leggere perché i libri sono il mio nutrimento. Continuo a leggere perché voglio perdermi e poi ritrovarmi. Continuo a leggere perché ci sono migliaia di storie che ancora non conosco. Continuo a leggere perché voglio ancora incontrare scrittori con Carlotto e Soldatini. Continuo a leggere perché voglio di nuovo avere tanta gente che apprezza i libri. Continuo a leggere perché sta per arrivare maggio e maggio è il mese dei libri. Quindi io continuo a leggere senza mai fermarmi perché non voglio perdere questo importante treno.

Eva Bonitatibus

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