informatico per caso...
Cerco da anni di essere chi sono...
sicuramente ambizioso, e pronto a scalare montagne, sono semplicemente umano.
“Possa la fortuna essere sempre a vostro favore”
Mentre la Suzanne Collins faceva zapping in tv tra reality e immagini di guerra, l’idea…ed il cinema ha pensato bene di trasformare la storia in film…
La trilogia ci trasporta in un mondo post-apocalittico (o forse no), dove la popolazione del Nord America sopravvissuta a malattie, disastri naturali e guerre vive divisa in 12 distretti (originariamente 13 per ricordare le 13 colonie Fondatrici degli USA), ognuno specializzato in un settore economico, finalizzato al sostentamento della splendente e sfarzosa capitale Capitol City.
Ciò che emerge ulteriormente è come la scrittrice, con un romanzo apparentemente per ragazzi, colpisca in modo forte e duro la società mediatica che pervade il nostro secolo. Oggigiorno tutti guardano e giudicano, i reality sono le nuove frontiere del quotidiano, bisogna assolutamente piacere se si vuol sopravvivere, ciò che sembra vero è in realtà frutto di accurate pianificazioni. L’accusa alla società mediatica e ai mass media sfruttati per controllare masse passive e inermi si può leggere tra le righe.
La trilogia, narrata in prima persona dalla protagonista Katniss Everdeen, si legge facilmente. Il clima di suspense fa si che non ci si stacchi più dal libro, e spinge a concluderne uno per iniziare immediatamente il successivo. A differenza dei film, colpiti dalla censura, i libri sono molto più cruenti, la morte di molti personaggi è atroce e viene descritta senza mezzi termini, in tal modo si percepisce più profondamente il dolore e la paura. Scritte con altrettanta cura e vividezza sono le scene più tenere e anche i pensieri interiori della protagonista, inoltre non fanno eccezione i dialoghi, in questo modo il lettore riesce ad immedesimarsi, non solo legge la storia ma la vive.
La ragazza offertasi volontaria come tributo per salvare la sorella, non dovrà solo combattere per la sopravvivenza ma anche con i sentimenti contrastanti che la pongono al centro di un triangolo amoroso, e che le causeranno non poche difficoltà. Come tutti gli adolescenti il suo cuore è combattuto, tra il suo fidato amico Gale, e il giovane panettiere Peeta, innamorato di lei fin da bambini. Se con il primo ha sempre progettato di scappare da quel mondo crudele, con il secondo, si ritroverà, per ben due volte nell’arena, a combattere per cambiare quel mondo da cui ha sempre sognato di fuggire.
La “ragazza di fuoco” che incendia gli animi, non solo per i suoi fantastici abiti, diverrà la “Ghiandaia Imitatrice”, simbolo della rivolta dei distretti contro i soprusi di Capitol City. Abbiamo sempre bisogno di qualcosa in cui credere per poter sperare in un mondo migliore… è la nostra umanità la nostra indescrivibile variabile che ci rende indiscutibilmente incontrollabili, illogici, indefinibili, e forse la storia, il libro, il film non dovrebbe regalarci sono emozioni. Anche istanti di riflessioni.
Riesci a riconoscere la Realtà?
The Hunger Games dal 19 novembre ’15 nelle sale Italiane per l’ultima parte.
L. & V. Cov.
Concetto che spesso ripetiamo, per andare avanti quando ci confrontiamo con le difficoltà, frase sulla quale Freddie Mercury ci ha scritto una delle più indimenticabili canzoni The Show must Go on.
Chi è Freddie Mercury? Nato in india il 5 settembre del 1946 all’anagrafe, Farrokh Bulsara nel 1964 con la famiglia si trasferì in un sobborgo di Londra.
Diplomatosi a liceo artistico si dedicò al pugilato, e poi allo studio del pianoforte, solo una volta a Londra si dedicò alla musica. Ben presto mise in mostra le sue straordinarie doti di pianista e grande vocalist in gruppi come "Sour Milk Sea" e "Wreckage". Con questi comincerà a sviluppare le sue capacità artistiche e sceniche. Ma è l'incontro con Brian May e Roger Taylor che gli cambierà la vita. I tre fonderanno quel gruppo ormai universalmente conosciuto dal nome molto glamour di "Queen", suggerito dallo stesso Mercury che ne approfitta e cambia anche il suo nome.
Nel 1973 fu pubblicato il loro primo singolo ma non ebbe molto fortuna. L'anno seguente tuttavia "Seven seas of Rhye" arrivò al decimo posto nella classifica inglese, segnando l'inizio dell'inarrestabile ascesa della Band. Nonostante la critica avversa, da quel momento i Queen misero a segno un successo dopo l'altro rimanendo, per oltre 20 anni, ai vertici delle classifiche.
We are the champions, we will rock you, the great pretender, boemia rhapsody, the miracle, I want you break free, the prince of universe, it’s a kind of magic…. Solo alcune delle tantissime canzoni dei queen che nonostante la prematura scomparsa (24 /11/1991)
Sul palco un leone, nella vita privata uomo riservato e molto premuroso in show must go on parla della malinconia, dei vuoti, delle paure forse un po’ di tutti… Buon ascolto!
Freddie era molto caro, ponderato e nobile. Nella sua vita privata era l'opposto di quella star provocante. Era molto premuroso. La sua nobiltà d'animo non era diretta solo verso gli amici e i collaboratori, anche sconosciuti ne hanno beneficiato. Amava la gente comune, normale. Sul palco era abbagliante, arrogante, provocatorio ma era molto, molto umano nella vita privata" - l amico Dave Clark
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Show Must Go On Empty spaces what are we living for Abandoned places - I guess we know the score On and on, does anybody know what we are looking for... Another hero, another mindless crime Behind the curtain, in the pantomime Hold the line, does anybody want to take it anymore The show must go on, The show must go on Inside my heart is breaking My make-up may be flaking But my smile still stays on. Whatever happens, I'll leave it all to chance Another heartache, another failed romance On and on, does anybody know what we are living for? I guess I'm learning, I must be warmer now I'll soon be turning, round the corner now Outside the dawn is breaking But inside in the dark I'm aching to be free The show must go on The show must go on Inside my heart is breaking My make-up may be flaking But my smile still stays on My soul is painted like the wings of butterflies Fairytales of yesterday will grow but never die I can fly - my friends The show must go on The show must go on I'll face it with a grin I'm never giving in On - with the show I'll top the bill, I'll overkill I have to find the will to carry on On with the On with the show The show must go on... | Show Must Go On Spazi deserti, per cosa viviamo? Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già la partitura Avanti e ancora avanti, qualcuno sa cosa stiamo cercando... Un altro eroe, un altro insensato crimine dietro le quinte, nella pantomima Resistere, c'è qualcuno che ce la fa ancora? Lo spettacolo deve continuare Lo spettacolo deve continuare Dentro ho il cuore a pezzi Il trucco si sta sciogliendo ma il mio sorriso indugia ancora Qualunque cosa succeda, lascerò tutto al caso Ancora dolore, un'altra storia d'amore finita Avanti e ancora avanti, qualcuno sa per cosa viviamo? Forse sto imparando, dovrei essere più cordiale, ora Presto girerò l'angolo, ora Fuori inizia ad albeggiare ma dentro, nell'oscurità, soffro a essere libero Lo spettacolo deve continuare Lo spettacolo deve continuare Dentro ho il cuore a pezzi Il trucco si sta sciogliendo ma il mio sorriso indugia ancora La mia anima è dipinta come le ali delle farfalle Le fiabe del passato crescono ma non moriranno mai Riesco a volare, amici miei Lo spettacolo deve continuare Lo spettacolo deve continuare Lo affronterò con un largo sorriso Non mi arrenderò mai Avanti con lo spettacolo Sarò l'attrazione principale, esagererò Devo trovare la volontà di andare avanti Avanti con lo… Avanti con lo spettacolo |
Vito Coviello
La vita è una routine ormai. Lavoro, stress, sempre di corsa e dopo la solita estenuante giornata di lavoro non desideri altro che un divano ed una Tv accesa. Hai bisogno di spegnere la mente e di entrare nelle vite dei fantomatici personaggi televisivi.
Ma stasera, mentre ti accingi al solito zapping alla ricerca di un programma qualsiasi che non sia una replica, il tuo sguardo si ferma ad osservare lo schermo che mostra 4 poltrone posizionate di spalle al palco. Che roba è? Chi ti trovi là seduto???
J’AX. All’anagrafe Alessandro Aleotti. Più famoso con il nome del suo gruppo ARTICOLO 31, il ragazzo di strada che negli anni 90 ha partecipato a diffondere la musica Rap in Italia, riconosciuto dalla scena hip hop dello stivale per i suoi record di vendite: 90.000 copie.
E così riscopri una parte di te ormai assopita dagli anni. Lui sembra ancora un Peter Pan. Nonostante i suoi 40 anni ride, scherza e si prende gioco di sé, i suoi testi ancora impregnati della cultura hip hop, fusi come una lega metallica con i suoni rock, si trasformano in rap n roll…
Seguire tutti i brani sarebbe come fare un salto nel proprio passato e molti hanno criticato questo aspetto dei suoi testi. Credo invece che sia un punto di forza dei suoi dischi ed un effetto voluto.
Il 27 gennaio è uscito il suo ultimo album Il bello di esser brutti, il primo pubblicato con la nuova etichetta Newtopia (di J’AX e Fedez). Disco di platino in soli 14 giorni dall’uscita e ai primi posti delle classifiche da oltre un mese, è confermato dal record di Sold out dei live. Tutto esaurito per le 7 date del tour, partito il 3 marzo scorso.
“Io a questo punto ho tutto quello che mi serve. Fondo etichette fotto le etichette. Ho i numeri del pop, il pubblico del rock, l'ego del rapper, l'erba del reggae”.
Rime contenute nella traccia 14 old skull del disco che definiscono bene i colori musicali del disco. Ogni traccia ha un ritmo e una storia diversa da raccontare, è un martello pneumatico di parole che scorrono in rima tracciando una storia, in ogni brano diversa, che accarezza varie generazioni, come in Bimbiminkia4life realizzato con Fedez:
“Dici che tua figlia ascolta l'immondizia ma dopo ti emozioni con "People from Ibiza"
passando per
“Non è verde soltanto l'invidia che divora la società; ma è verde una foglia che vibra piccolo spazio pubblicità”.
Non si può dire che sia un album che annoi, si passa da ritmi pop a quelli reggae, a quelli rock senza mai essere a corto di parole, ogni brano è una storia, ogni brano può entusiasmare una generazione, di certo non passano inosservate le rime in Maria Salvador che descrive attimi della giornata, il quotidiano della maggior parte di noi ormai:
Sveglia suona
buco in pancia
scendo moka radio canna
salgo denti doccia barba
leggo l’i.phone sulla tazza
vendi compra
dow jones nasdaq
paga tassa broken banca
tanta gloria quanta ansia
stacco basta sbatta canna
Per non vedere il mio nemico basta chiudere il mac
le sue tipe di cognome fanno tutte j.peg
fumo e leggo i tuoi commenti
si però per divertirmi
ossessivo come un nerd.
J’Ax un artista che in 20 anni ha realizzato il suo sogno, nato a Milano il 5 agosto 1972 è diventato famoso con gli Articolo 31 di cui era la voce, gruppo fondato con l’amico DJ Jad.
Nel corso dei primi anni 2000, J-Ax ha abbandonato sempre di più lo stile hip hop, per abbracciare uno stile più tendente al pop, pur rimanendo legato alle sue radici rap.
L’anno scorso approda a The voice Italy ed eccolo li su quella poltrona rossa, il programma sta riscuotendo un discreto successo e il J’Ax sforna aforismi per l’occasione axaforismi.
“Quando mi hanno chiamato per The voice era un periodo particolare - ha confessato J’Ax - avevo mollato la mia etichetta dopo vent’anni, erano 2 che non facevo un disco, non mi divertivo.”
Si fa subito notare nelle Blind Auditions, per ogni artista che si esibisce esprime i suoi pensieri con metafore o battute in rima che durante il programma vengono definiti gli axaforismi, come:
- A me piacciono quelli con la timbrica di un mazzo di chiavi che riga una Ferrari.
- Zia hai cantato così bene che a metà canzone Mentana ha cominciato una diretta su di te!
- L’originalità è importante in questo paese dove la forma più popolare di musica é la suoneria del telefonino.
Nell’edizione passata, entra nel suo TEAM Suor Cristina che vince l’edizione e fa registrare all’edizione italiana ascolti anche d’oltre oceano.
E così altro che serata da vegetale sul divano stile “Homer Simpson”, mente accesa e risate per le battute e la sua straordinaria differenza nei panni di Giudici. E poi le belle voci non mancano.
Vito Coviello
Il gruppo di videomaker The Jackal sbarca al cinema con Addio fottuti musi verdi (abbreviato AFMV), satira fantascientifica che focalizzata sul fenomeno della disoccupazione e della "fuga dei cervelli".